Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

mercoledì 9 febbraio 2011

Quale futuro per la Palestina?


 - La mattina del 12 gennaio a Dkaika, un villaggio a sud di Hebron, i bambini erano a scuola e le famiglie erano impegnate nelle attività quotidiane. Improvvisamente, è arrivato l’esercito e ha iniziato a demolire le povere case degli abitanti. Con quattro ruspe, un centinaio di soldati e tutti i rappresentanti ufficiali dell’amministrazione civile e dell’esercito israeliano si è compiuto questo spietato crimine che, oltre a non esser stato annunciato da alcuna notificazione, non aveva in questo caso alcun ordine di demolizione
ufficializzato. La Convenzione di Ginevra afferma che “ogni distruzione, da parte della potenza occupante, di beni immobili è vietata, a meno che tali distruzioni non siano assolutamente necessarie per le operazioni militari”. (Articolo 53). 49 famiglie sono senza casa e successivamente è stata abbattuta anche una classe della scuola elementare. Una delle donne del villaggio, Hamdah, ha detto tra le lacrime: “Due poliziotte mi hanno fermato quando volevo entrare in casa e prendere i mobili e le nostre cose prima della demolizione. E non mi hanno lasciato entrare. Hanno distrutto tutto. Dove andremo a dormire? È inverno... Dio sia con noi!”
(Dal sito dell’EAPPI, organizzazione del Consiglio mondiale delle chiese di interposizione nonviolenta)
 - “Le Nazioni Unite e la comunità internazionale nel suo complesso saranno giudicati in futuro in base al fatto se avranno o meno adottato azioni efficaci per porre fine alla catastrofe umanitaria che ha colpito il popolo palestinese. I governi e i popoli del mondo saranno tutti giudicati complici nella misura in cui tollereranno questa persistente violazione dei diritti fondamentali della persona umana senza intraprendere i passi necessari con l’impegno di porre fine a questa occupazione abusiva e di giungere all’autodeterminazione del popolo palestinese in conformità al diritto internazionale e ai dettami della Giustizia globale. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono elaborare un nuovo protocollo di diritto umanitario internazionale per affrontare la situazione di occupazione protratta e lo status di rifugiato imposti al popolo palestinese dagli oltre 43 anni di occupazione israeliana”.
(Richard Falk, Relatore Speciale delle Nazioni Unite)



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