Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 26 maggio 2011

Il simbolismo nella scultura di Disma Tumminello

“L’albero e la vita”,
21 maggio-19 giugno,
 Complesso monumentale Filippo Corridoni, Mazara del Vallo

Il percorso artistico di Disma Tumminello (classe 1930, mazarese di nascita e palermitano di adozione, già titolare di cattedra al Liceo Artistico di Palermo), da sempre, si muove lungo due binari, quello figurativo (realizzando su commissione opere monumentali, medaglie e ritratti) e quello della ricerca simbolista legata al mito cosmogonico, tema – questo – unico  e insistito.  In quest’ultimo binario troviamo una scultura non legata alla tradizione  e/o all’”accademia”; spesso è una scultura non tri-dimensionale dove pre-vale una “frontalità” tutta “ consagriana”. La mostra (opere grafico-pittoriche e sculture in bronzo, legno, gesso, lamiere, stoffe), che privilegia l’attività legata al binario  simbolista è arricchita da segni-simboli  esoterici (l’albero, l’uovo, ma anche spirali, sfere, bucrani, corna d’arieti, teschi di caproni, stelle a cinque punte, farfalle, falli…) e lettere della lingua primordiale,  il sancrito , elementi fondativi di una cultura ancestrale comune fra oriente ed occidente. L'”Albero della Vita” costituisce la sintesi degli insegnamenti della Cabalà (nella cultura ebraica: “norme pratiche di vita tramandate fedelmente da una generazione all'altra”) ed è un diagramma, astratto- simbolico, costituito da dieci entità a cui corrispondono concetti meta-fisici, associati a situazioni pratiche ed emotive attraversate da ognuno di noi, nella vita quotidiana. L"'Albero della Vita" ha la base appoggiata sulla terra e la cima tocca il cielo. I tre pilastri dell'”Albero della Vita” corrispondono alle tre vie che ogni essere umano ha davanti: l’Amore (destra), la Forza (sinistra), e la Compassione (centro). Solo la via mediana, chiamata anche "via regale", ha in sé la capacità di unificare gli opposti. I pilastri a destra e a sinistra rappresentano inoltre le due polarità basilari di tutta la realtà: il maschile a destra e il femminile a sinistra. L'insegnamento principale è quello dell'integrazione delle componenti maschile e femminile, da effettuarsi sia all'interno della consapevolezza umana che nelle relazioni di coppia.

 L’ "albero della vita” lo troviamo nelle incisioni rupestri  stilizzate dette dell’“orante “ (che è un essere umano con le braccia elevate verso il cielo , accostamento con l’albero che protende i suoi rami verso l’alto),  attraversa l’opera di  Klimt,

 dove il motivo   centrale   è il  simbolo che ri-unifica i motivi floreali alla figura femminile, dalla morte della vegetazione alla ri-nascita attraverso il ciclo delle stagioni, per giungere a quelli di Duchamp e di Mondrian. L’uovo, invece, come simbolo della nascita del mondo ma anche come simbolo di ri-nascita, ovvero di nuova vita dopo la morte, nelle cosmogonie (racconti mitici sull’origine dell’universo), a monte di tutta la creazione c’è il desiderio che, attraversando l’elemento primigenio, le acque, scaldandosi creano l’uovo d’oro da cui nasce il signore delle creature, Prajapati,  il quale a sua volta crea tutti gli esseri. L’uovo viene  già raffigurato  in tombe di età neolitica e segue un lungo percorso fino ad arrivare alla  rinascimentale  “Madonna dell’uovo” di Piero della Francesca (dove l'uovo è  inteso come simbolo di vita, della Creazione) e va oltre.

La lingua  sancrita (da ”saṃskṛta”, perfetto), invece, riveste un'importanza capitale per il linguista, il filologo, il religioso, il letterato e il filosofo ed è considerata la lingua dotta dell'India. L'alfabeto sancrito ci appare splendidamente ordinato secondo precisi criteri fonologici. Le lettere si presentano graficamente  eleganti e incurvate. La scrittura in India si sviluppò, a partire dalla seconda metà del IV millennio a. C., inizialmente in forma “pittografica”, con segni e simboli incisi su tavolette, tuttora indecifrati. I primi reperti che dimostrano un sistema di scrittura codificato risalgono al III secolo a.C.


Nell’universo di Disma Tumminello questi simboli, insieme agli altri prima menzionati, si ri-generano a vicenda, si  fondono  (per esempio: dall’uovo nasce l’albero, l’uovo nell’albero diventa ramo, foglia, chioma, frutto; oppure le lettere mai scritte in un libro, diventano volume, si materializzano per andare incontro alla vita) 

 per accompagnarci nel grande viaggio di ri-torno verso una vita nuova dentro una nuova creazione; è un viaggio per ri-cominciare da dove tutto è cominciato;  un viaggio che va nella direzione di una  vera ri-nascita, verso una nuova e rinnovata primavera.

 Questo ce lo dice (nel catalogo della mostra di Mazara)  lo stesso Tumminello: “…nel mio operare riallaccio antiche linee e vecchie uova…  dove il presente è nel passato e il passato nel presente… le linee si fanno curve per dare vita al nucleo, allo zero, all’uovo della vita, dove tutto è niente e il niente è tutto, la pienezza è nell’assenza delle cose…  l’uovo diventa chioma di un albero… con le sue radici. Nel nucleo dell’uovo, la vita si svolge nei rami del presente e del futuro,  nelle radici vi è il passato”.

Giacomo Cuttone




1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono colpito da tanta complicazione. Ho studiato, ma rinuncio volentieri ad approfondire l'argomento.