Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 11 febbraio 2013

la politica e la " Manciugghia"



     A Mazara la lista il Megafono di Crocetta come il Cavallo di Troia.

” La mafia è dunni c’è la “Manciugghia” e la politica è tutto un “ Mangia-mangia”

“La mafia te la trovi là dove non credi che te l’aspetti. Vi è un intreccio di interessi nella politica,negli enti legati ad essa,nella gestione della formazione tutta in mano delle moglie dei politici. E’ la politica corrotta che ha portato la Sicilia ad essere quella che è adesso. Altro che Matteo Messina Denaro:a questo lo dovrebbero accusare di concorso esterno mafioso,perché la vera mafia sta nelle istituzioni,rese incancrenite dal malaffare,dagli interessi,dalla manciugghia,dal mangia mangia.”
E’ un Rosario Crocetta che parla,urla,denuncia a ruota libera,senza peli sulla lingua,senza l’uso del linguaggio politically-correct;è un vulcano che erutta un fiume di accuse contro un sistema politico che definisce “la causa principale dei mali della Sicilia,e che ha alimentato connivenze mafiose e malaffare,che ha usato il denaro pubblico destinato ai cittadini per interessi privati,per generare potere,e sprecare risorse usate a soddisfare la sete di potere personale”.
Ne ha per tutti il presidente della Regione Siciliana,dal Consorzio Autostrade Siciliane alla Serit,dai consulenti regionali alla gestione dei fondi europei per la Formazione,dalla rotazione di tutti i dirigenti apicali alla Sanità con l’affair dei pannoloni d’oro,” come se all’improvviso tutti i palermitani fossero stati colti da sintomi di diarrea” denuncia il neo governatore della Sicilia.
Un parterre zeppo di politici,molti dei quali alla ricerca di nuovi punti di riferimento e pronti a salire sul carro del vincitore:tra costoro ex lombardiani,piddini anti Papania,ex supporter del senatore alcamese,molti osservatori indecisi, curiosi, simpatizzanti, uomini di cultura e professionisti, imprenditori e lavoratori, ma soprattutto molte donne.
Le forze dell’ordine vigilano ogni movimento a salvaguardia di uno degli uomini più  minacciati dalla mafia.
 Nessuna bandiera di partito, nessun inno nazionale, ma semplicemente un tenue sottofondo musicale della "La canzone popolare" di Ivano Fossati,nostalgia di una stagione politica di grande successo ma che non può più ripetersi, in attesa dell’arrivo dell’ospite in forte ritardo.
Il ritardo è dovuto al protrarsi dei colloqui tra il Presidente Crocetta e l’ambasciatore libico per l’occasione venuto a Mazara.
 Non vi è un palco,ma un parterre sobrio,scarno,nessuna poltrona,tutto all’insegna della familiarità.
 “ Ho sempre amato questa città,ho sempre desiderato di viverci,di abitarci. La sento come casa mia.”- Rosario Crocetta usa un linguaggio efficace e semplice,il suo lessico non è certo quello elegante e raffinato di Arbasino,le sue locuzioni sono ruspanti,piene di accenti cantilenanti ed intercalari tipici della vulgata gelese.
E’ anche un modo di dichiarare,con orgoglio,le sue umili origini, il radicamento ad una terra offesa,denigrata,sfruttata,ingannata,violentata da un secolo e mezzo di colonizzazione prima e di autonomia dopo,con la complicità della politica,degli imprenditori,delle grandi industrie,della mafia e degli stessi politici siciliani,da Cuffaro a Lombardo a Miccichè alleati questi ultimi con la Lega di Bossi.
Sta in questa forte,insistente,accorata denuncia del “mangia mangia” tutto il suo carattere,tutto il suo amore per la cultura della propria terra, del proprio paese, della propria gente,delle proprie tradizioni.
La violenza delle sue parole sono la risposta alla violenza di un sistema politico che ha contaminato e corrotto la dignità dei siciliani. Lo stile si nota dai segnali, dai comportamenti, dalle note di colore, dal portamento, dai toni della voce, dall’uso delle parole.
 Rosario Crocetta parla alla pancia della gente,li colpisce e li sferza a riscattarsi;i suoi toni populistici altro non sono che quelli di un comune sentire.
A cantare l’elogio della bellezza come antidoto alla barbarie e all’asservimento politico mafioso ci pensa,nell’attesa dell’ingresso in sala del neo governatore siciliano, il suo amico Antonio Presti,il creatore di Fiumara D’Arte,voluto fortemente candidato al senato da Crocetta.
 E’ un inno alla bellezza quello di Presti, promotore della valorizzazione del territorio per mezzo delle opere d’arte, ritenute un vero antidoto all’oscurantismo mafioso e all’obnubilamento delle coscienze.E’ un cantare le bellezze e la storia della propria città,del proprio territorio,della propria regione attraverso  le opere d’arte,così come fanno i cantastorie attraverso le immagini.
Un evento di enorme portata,secondo Presti, questo connubio politica-arte-cultura,destinato a dare frutti copiosi in un più ampio progetto di crescita legalitaria,economica,sociale. “C’è un tempo per seminare, c’è un tempo per raccogliere” è scritto nel Qohèlet.
Bisognava dare un segnale politico forte, univoco, inequivocabile, chiaro, frastornante ma nello stesso tempo intelligente, lontano dalla canea chiassosa. La filippica del Presidente Crocetta contro l’incancrenirsi del sistema politico viene accolto da un tripudio di applausi sinceri.
L’applauso non è formale, non è di parte, esso è convinto, rappresenta la manifestazione di affetto della gente nei confronti di un personaggio pubblico che vuole dare una svolta in termini qualitativi ed etici alla politica non solo siciliota ma nazionale.
La risposta è un’ ovazione che lega in un affettuoso abbraccio Crocetta e il suo movimento alla gente,la stessa gente stanca di essere delusa, che per tanto, troppo tempo è stata vilipesa, umiliata, tradita da una politica in preda a bulimia della manciugghia.
Può piacere o meno, ma il Presidente della regione è il simbolo del cambiamento storico culturale, il personaggio più interessante dell’attuale scenario politico nazionale insieme a Grillo. Non poteva mancare un richiamo all’integrazione culturale, alla convivenza e all’accoglienza, al rispetto della persona e dell’identità tra immigrati e popolazione indigena, elogiando le qualità di tolleranza e di rispetto dell’intera gente mazarese e siciliana.
Dal punto di vista politico la Lista “Il Megafono” attrae gli indecisi,è concorrenziale al M5S di Grillo,ma soprattutto allo stesso PD al quale porterà via molti consensi,nonostante facciano parte della stessa coalizione al senato.
L’obbiettivo è recuperare coloro che hanno abbandonato il centrosinistra e che avevano votato per protesta Grillo.
Per quanto riguarda la provincia di Trapani,e Mazara in particolare, i supporter della lista,in gran parte del PD,la usano come il Cavallo di Troia per mezzo del quale il gruppo di piddini anti papaniani vuole fare breccia e sgretolare la roccaforte dominata dal senatore alcamese .
Attraverso il Megafono si vuole passare alla resa dei conti tra correnti all’interno del PD; una rivolta in grande stile contro lo strapotere di Papania e Gucciardi, e vuole essere un altolà ad accordi preconfezionati durante le recenti primarie,vedi l’ingresso di Vito Torrente nel PD, a costo di lacerare e indebolire lo stesso partito sacrificato ad interessi di parte.
Una vittoria del centrosinistra al senato,con un forte consenso politico al movimento di Crocetta, vedrebbe fortemente rafforzata l’anima autonomista e sicilianista del Presidente della Regione;di contro risulterà indebolita la corrente dei notabili  del PD e il loro modo di gestire la politica
Ciò non può che far bene al prossimo governo nazionale.

1 commento:

Framco Sammartano ha detto...

interessante e completo reseconto della visita a Mazara del Presidente della Regione Siciliana Crocetta. Ottimo articolo che bene interpreta il pensiero e la promessa di rinascita che lo stesso Presidente si propone.