Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 15 marzo 2013

Un Papa cercato lontano



 “ Sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo”, queste le prime parole al popolo di Roma del nuovo Papa appena eletto.
Due brevi frasi fatte di semplici parole,ma che rivelano speranze, desideri  e attese di quanti professano la fede cattolica. La ricerca di un vescovo di Roma, perché  è da qui che deve ripartire quel processo di evangelizzazione messo in crisi dalla secolarizzazione anche delle stesse istituzioni ecclesiali.
Per far questo occorreva scegliere lontano dai sacri palazzi,molto lontano,e dare una convincente risposta alle denuncie di Benedetto XVI nell’omelia delle Ceneri:” nella rete di Pietro vi sono anche pesci cattivi; Il vero discepolo non serve se stesso, ma il suo Signore" , e soprattutto quando ha citato il profeta Gioele  che richiamava il suo popolo:”-Così dice il Signore: ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti”- ed invitava la comunità a dare prova di testimonianza di fede e di vita cristiana “per manifestare il volto della Chiesa e come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale.”
Ancora una volta la Chiesa stupisce chi come noi è abituato a ragionare e ad agire secondo categorie politiche e ottiche estranee allo spirito ecclesiale.
Sono stati sufficienti, ai cardinali, meno di ventiquattro ore per scegliere la nuova guida spirituale della cristianità.  Una lezione che i nostri politici dovrebbero imparare, anche se non sono guidati dallo Spirito Santo.
L’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, ha stupito tutti gli  addetti ai lavori; non è mai capitato che un candidato battuto al conclave precedente, venisse considerato papabile nel successivo. Il card.Bergoglio è stato l’antagonista più forte del cardinale Joseph Ratzinger in quel conclave.
L’elezione contiene in se stessa dei primati: primo Papa gesuita, primo Papa  americano, primo Francesco  con una decisione anch’essa senza precedenti nella storia delle successioni papali.” Il Romano Pontefice ha così scelto un nome che è divenuto cristiano grazie al santo di Assisi, nel quale già i contemporanei riconobbero un “secondo Cristo” (alter Christus)”,scrive l’Osservatore Romano.
L’essere gesuita, poi, non può che richiamare la grande personalità del cardinale Carlo Maria Martini, avversario di Papa Ratzinger e propugnatore del rinnovamento della Chiesa e dell’apertura ai laici.
Carlo Martini non lesinava rimproveri alla Curia Romana,che considerava anch’essa secolarizzata ai beni materiali anziché spirituali e poco attenta alla sua missione pastorale.
Alla domanda  che gli poneva  don Verzè:
 “ Se Cristo tornasse di nuovo sulla terra,magari in prima persona,cosa farebbe innanzitutto? Andrebbe con i suoi sandali e il suo matello anche in Piazza San Pietro?”
il cardinale Martini rispose:
“ Non credo che guarirebbe tutti i malati,lascerebbe fare agli uomini,non era questo il suo compito. Credo che andrebbe in San Pietro con un vestito che faccia un po’ di scalpore e produca un certo disagio nella gente.In ogni caso avrebbe l’aspetto piuttosto di un povero. Agire controcorrente,questa sarebbe l’opera di Cristo. E senza dubbio avrebbe da ridire anche ai figli della Chiesa,perché non abbiamo creduto abbastanza e perché non abbiamo amato abbastanza”- ( dal libro Siamo tutti nella stessa barca).
 L’avere mantenuto,da parte di Papa Francesco, la sua croce pettorale di ferro,rifiutando quella più preziosa  tradizionale dei pontefici,costituisce un forte messaggio simbolico.
Il cardinale Martini sarà in questo momento felice.

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