Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 10 gennaio 2014

L’informazione monca e l’opposizione che non c’è


Questa volta il rimbrotto lo voglio indirizzare alla stampa locale e alla opposizione politica, quest’ultima incapace di svolgere adeguatamente il suo ruolo; per dirla in modo crudo: non sa fare il suo mestiere.
Lo spunto è la recente trasmissione autogestita dall’amministrazione di Mazara e andata in diretta televisiva nel  Dicembre appena trascorso. Quella sera abbiamo dovuto sorbirci 90 minuti di monologo del sindaco e una visione univoca della città senza alcun contraddittorio. Un’ora e mezza di informazione a binario unico, una autocelebrazione dei meriti del primo cittadino e della sua amministrazione articolata attraverso una griglia di temi proposti dai due giornalisti al seguito, i quali hanno ben recitato il canovaccio  affidato. Da loro non potevamo aspettarci domande indiscrete o rilievi. Non è questo il loro compito.
Non voglio entrare nel merito delle molteplici tematiche affrontate né sul metodo usato, anche se, quando una trasmissione viene pagata con i soldi dei contribuenti, ci si dovrebbe quanto meno attendere sobrietà  e una maggiore ponderatezza nel diffondere dati e cifre che potrebbero essere facilmente smentite. 
Il monologo è l’antitesi della democrazia, non contempla la libertà di dialogare. Per dirla con Hanna Harendt – nella libertà di dialogare, nessuno, da solo e senza compagni, può comprendere adeguatamente  e nella sua piena realtà, tutto ciò che è obbiettivo, in quanto gli si mostra e gli si rivela sempre in un’unica prospettiva, conforme ed intrinseca alla sua posizione nel mondo. Se si vuole vedere il mondo così come è «realmente» può farlo solo considerandolo una cosa che è comune a molti, che sta tra di loro, che li separa e li unisce, che si mostra ad ognuno in modo diverso, e dunque diviene comprensibile solo se molti ne parlano insieme e si scambiano e confrontano le loro opinioni e prospettive. Soltanto nella libertà di dialogare il mondo appare quello di cui si parla, nella sua obbiettività visibile da ogni lato - .
Pertanto non può essere imposta una visione personale della realtà, perché se così facessero tutti, l’insieme delle prospettive personali creerebbero anarchia. Alla base c’è dunque la nobiltà del sapere  confrontarsi con l’altro e  di  adeguarsi  a prospettive differenti. Bisogna assolutamente evitare di ricorrere al parlare nel senso di comandare né tanto meno ascoltare deve essere inteso come obbedire.
Tornando al monologo del primo cittadino mazarese, non si pretendeva, comunque, che ogni sua affermazione venisse sottoposta al metodo del fact checking, sarebbe stato impossibile visto la mancanza di dibattito e la natura della trasmissione.
Tuttavia, la vastità e soprattutto la risonanza, dal punto di vista politico, di certe affermazioni e di certe cifre esposte, avrebbero meritato di essere sottoposte a verifica, perché non si possono far sparire i fatti.
Così non è stato da parte della stampa locale, che ha preferito limitare il proprio compito ad una formale presa d’atto della trasmissione.  Un silenzio  incomprensibile, intollerabile, in un certo modo colpevole, da parte di chi ha il dovere, per principio, di informare e di verificare le notizie, soprattutto se queste interessano la collettività. E di notizie che meritavano una verifica e una risposta immediata, a mio parere, era ricca quella trasmissione. Il silenzio, anche se fatto in buona fede, non aiuta la crescita e la maturazione delle coscienze. La mancanza di una verifica che non permetta il controllo delle affermazioni non aiuta neanche chi queste le fa, dandogli il merito se c’è o il demerito.
D'altronde cosa bisogna dire dell’opposizione politica che ancora una volta ha dimostrato tutti i suoi limiti e la sua incapacità a sapere svolgere il proprio compito? Anche da questa sponda la mancanza di reazione è stata impressionante, dovuta anche ad un complesso di inferiorità verso il loro principale avversario politico o  ancor più al timore di essere costretti ad ammettere la corresponsabilità di  scelte amministrative impopolari.  Eppure ve ne era del materiale sul quale argomentare in favore o contro. Ma qualcuno prima o poi una spiegazione di questo silenzio la dovrà dare.

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