Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 5 giugno 2014

Non voterò “il male minore”



“Il meno peggio, il male minore”, sono espressioni assai di moda in politica quando si è chiamati a fare delle scelte, soprattutto se queste implicano un compromesso tra ciò che si desidera e quello che è contingente. Fare proprio l’appello di Indro Montanelli quando invitò gli italiani a turarsi il naso e a votare il partito, che pur emanando fetore, rappresentava il “male minore” rispetto ad una sinistra ancora più nefasta, non mi sembra una soluzione sensata, perché alla fine tra due mali il peggiore è sceglierne uno. Alcuni, a queste espressioni, di per se contraddittorie, preferiscono quella assai più felice, più laica, meno compromettente dal punto di vista etico e che rappresenta una regola fondamentale della democrazia, cioè il “meglio contingentemente possibile”. Io appartengo a questa seconda categoria. In questi residui giorni di campagna elettorale di ballottaggio per l’investitura di sindaco di Mazara, non sento parlare altro, sulla rete e sui social network, di chi dei due candidati, Cristaldi e Torrente, rappresenti il male minore. Io non ci sto a ragionare secondo questi stereotipi, in quanto nessuno dei due candidati rappresenta o incarna il “male”. Bisogna ficcarselo bene in testa, nessuno dei due contendenti ha come obbiettivo, nel suo programma, lo “sfascio” della città e del suo tessuto sociale. Scendere in campo, metterci la faccia insieme a tutto il proprio vissuto, sacrificare affetti, andare incontro a critiche e a incomprensioni, non è mettersi al servizio del male; al contrario è cercare di fare qualcosa di migliore rispetto al presente, ovvero cercare di modificare in meglio la società secondo i principi a cui ognuno di ispira. Per questo motivo sono da considerare positive le due candidature. Si tratta quindi di scegliere tra Cristaldi e Torrente, chi dei due, usciti dal responso delle urne al primo turno, rappresenti “il meglio contingentemente possibile”. Come definire ciò se non con parametri soggettivi, dovendo ad essi seguire una espressione di voto soggettiva, autenticamente personale. Per quanto riguarda l’elezione del sindaco, tali parametri , è una opinione personale, devono convivere con la situazione sociale contingente, esserne una emanazione, rappresentare quelle che sono le richieste della collettività che si vuole amministrare, tener conto delle pulsioni sociali, dei sentimenti, delle aspettative, degli aneliti di speranza. Non esiste il candidato ideale, però non rappresenta certamente la collettività al “meglio” chi, una volta eletto, scambi il suo mandato come una investitura divina; si erga al di sopra della stessa collettività che lo ha eletto, sfugga al dialogo con le parti trincerandosi dietro il fortino del potere, imponga la sua visione senza l’esercizio del confronto, rifiuti il contatto diretto con i propri concittadini, lo stare in mezzo a loro, ascoltarli, condividerne le sofferenze, i patimenti, dare loro un motivo per credere nel futuro. Non costituisce quel “ meglio” chi traccia cesure tra amministratori e amministrati, chi imponi scelte a senso unico, fa esercizio di illusioni e di giochi di prestigio, di litanie di parole vuote, di enunciati improbabili.
Nel rispetto di queste considerazioni personali non voterò ”il male minore” ma il “meglio contingentemente possibile”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Comunque vada, sarà un insuccesso...