Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 21 novembre 2014

Mazara: non c’è pace per il caro estinto.




Nel cimitero sono sempre più numerosi i casi di occupazione illegittima di loculi. A oggi nessun provvedimento dell’amministrazione per restituirli ai legittimi proprietari.
Che cosa succede in questa città? Non è un banale interrogativo né semplice domanda retorica. Dinanzi a fatti talmente inverosimili, kafkiani, che umiliano la dignità umana nel momento del commiato definitivo dalla vita terrena, non si può far finta di non vedere e girarsi dall’altra parte. Non rimane che recuperare quel senso dell’indignazione, che sembra essere stata perduta da tempo, quando si impedisce che i defunti abbiano il diritto di essere tumulati nei loculi di loro proprietà. Questo è avvenuto e avviene nella Mazara che qualcuno si ostina a decantare ancora Inclita oppure enfaticamente piccola grande capitale del mediterraneo. L’aspirazione alla proprietà di un loculo, insieme a quella della casa, ha sempre fatto parte della cultura dei nostri genitori e dei nostri nonni; la loro doppia dimora, una per la vita terrena, l’altra come luogo della memoria, la sola che desse loro il conforto di ricevere un fiore e di essere ricordati dai propri cari. Capita così che in questa città, non a volte, come si vorrebbe far credere, ma spesso, troppo spesso, al povero estinto venga negata, senza alcun pudore e senza alcuna giustificazione, dietro la scellerata scusa di non ci sono loculi, la tumulazione nel proprio loculo o in quello della propria congiunta di cui sono legittimi proprietari. Solo in quel momento si scopre che i loculi sono occupati illegittimamente da altri con l’assenso o la complicità dei vari responsabili cimiteriali. A nulla valgono le proteste dei familiari del defunto di fronte a un muro di omertoso silenzio fatto di non so e di io non c’entro. Muro eretto dai responsabili cimiteriali, dai funzionari ai dirigenti fino ai politici che nel tempo si sono succeduti. Un continuo rimpallo di responsabilità politiche e amministrative a vari livelli. Spesso al danno si aggiunge la beffa se la tumulazione del defunto defraudato avviene in maniera provvisoria, viene detto sempre così per tranquillizzare i parenti, in loculi pericolanti per vetustà e per precarie condizioni di staticità. Vi dovete accontentare ma è sempre provvisorio. È quella provvisorietà che assume un significato cinico e beffardo sapendo che la sua scansione temporale tende all’infinito. Sembra che i casi siano qualche centinaio, ma su di essi la coltre di silenzio appare sempre più inquietante, soprattutto quando ci si accorge che chi amministra non sembra avere interesse a risolvere il problema. Forse perché i morti non votano e non protestano?
Apprezzo l’amministrazione quando si indigna dinanzi agli atti di bullismo vandalico che hanno come obbiettivo l’arredo urbano. Apprezzerei di più se si indignasse allo stesso modo e impegnasse le stesse energie nel prendere urgenti provvedimenti per riportare legalità e diritto nel nostro cimitero.

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