Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 28 giugno 2010

Il pianista Alessandro Marino suona per l'AME nel cortile di Palazzo Biscari


Tra impressioni fuggevoli ed espressioni rutilanti si prodigava il virtuoso pianista ventitreenne Alessandro Marino (nato a Mazara del Vallo), a disvelare “Il mito di Alkan, pianista solitario”, nel suggestivo cortile di Palazzo Biscari. Primo, graditissimo appuntamento della rassegna “Musica nei luoghi del barocco, nelle ville e nei giardini etnei”, promosso dall'Associazione musicale etnea (presidente Biagio Guerrera, direttore artistico Emanuele Casale). Artista dal tocco lucidissimo, Marino trascorreva con prontezza da atmosfere sognanti di echi schumanniani, a tratti roboanti alla Liszt, come all'impetuoso schizzare di scherzi chopiniani, addentrandosi in pagine romantiche irte di fremiti ritmici e richiami simbolici (Faust, il Diavolo, Prometeo), lungo le differenti e travagliate fasi dell'esistenza nella Grand Sonata les 4 ages. Squarci di memoria, su un dominio della tastiera di nitido tematismo, a cui il pianista si abbandonava tra corpose aperture solari e andamenti dall'incedere giocoso (Chemin de fer op.27), in analogia col rievocare dall'opera di Marcel Proust À la recherche du temps perdu, che inframmezzava le esecuzioni con la lettura di passi tratti dal primo e secondo volume (Dalla parte di Swann e All'ombra delle fanciulle in fiore) a cura di Biagio Guerrera, voce recitante accanto alla prima declamazione in lingua francese di Doroty Armenia. Ricordi avvolti da sensazioni nostalgiche di un tempo oramai trascorso a Combray, ma ritrovato dal protagonista, Swann, appunto, grazie alla memoria involontaria, tra flash di arabeschi musicali e armonie pianistiche di ineffabile piacere, ascoltate da giovane, o rumori di treno evocanti tocchi di campane, in analogia alle semicrome musicali. Un alveo di sapori indeterminati, come i 4 Esquisses op. 63, sempre di Alkan, (tra sensazioni tenui o capricciose rivissute dal protagonista di Proust), e il successivo Le festin d'Esope op.39 n. 12, a riprodurre il mito del pianista solitario nel suo appartarsi dal mondo intorno al 1850, schivo quanto lo scrittore francese che si isolò prima si intraprendere l'opera suddetta. Una serata all'insegna dell'originale anche nei tre bis finali, dove il pianista ha estrinsecato la sua brillante creatività nella trascrizione della colonna sonora dal telefilm La signora in giallo, accanto ad Alkan (finale dalla Sinfonia) e a Gottscholk (Souvenir d'Andalousie), ottenendo vivissimi e reiterati consensi di pubblico.


Anna Rita Fontana (Bellininews)

19/6/2010

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