Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 24 aprile 2014

25 Aprile 1945 - La memoria dimenticata



Vincenzo Modica "Petralia" porta la bandiera tricolore in piazza Vittorio Veneto durante la manifestazione del 6 maggio 1945.
 Archivio Istoreto.


Sono passati tanti anni da quanto un giovane ufficiale mazarese, con il braccio sinistro sorretto da una fasciatura a tracolla alla meno peggio, a causa di una pallottola che gli aveva colpito la spalla, e con l’altro che tiene orgogliosamente alto il tricolore, scortato da cinque compagni, entra ,tra l’entusiasmo generale, in quella Piazza Vittorio Veneto gremita da decina di migliaia di torinesi accorsi ad abbracciare quella sfilata di giovani partigiani che avevano combattuto e sconfitto le forze nazifasciste. Grazie a quei ragazzi e ragazze, di eterogeneo schieramento politico, militari monarchici, cattolici, comunisti, socialisti, azionisti e liberali, al loro sacrificio e al sangue versato, si è arrivati alla Liberazione dell’Italia riportando la libertà, la democrazia e la giustizia sociale. Quella foto rappresenta la metafora del 2° Risorgimento, come si compiaceva chiamare la Resistenza contro l’oppressione nazi-fascista il compianto presidente Sandro Pertini Quella foto mostra quel giovane ufficiale italiano, venuto dal profondo sud, - dagli stessi luoghi dove 85 anni prima Giuseppe Garibaldi, appena sbarcato, iniziava quell’avventura che avrebbe portato all’Unità d’Italia,- partito insieme a tanti altri giovani siciliani, che si ritrova a percorrere il cammino inverso,”rifare l’Italia”, al comando della 1ª Divisione Garibaldi "Leo Lanfranco", dopo avere combattuto tra le colline torinesi. Il suo nome di battaglia era “Petralia”, così era stato nominato il mazarese Vincenzo Modica, nato a Mazara del Vallo il 18 Ottobre 1918, morto, dopo una vita da imprenditore di successo, a Torino il 9 Gennaio 2003 .
Nella sua città natìa su quel nome, su quell’evento memorabile passato alla storia e immortalato da una foto, è caduto l’oblìo. A trenta giorni dal voto, reso oggi possibile grazie a quei giovani partigiani di allora, nessun candidato ha ricordato quel loro concittadino. È in questo caso che si prova un profondo senso di vergogna e di sdegno nei confronti di questi piccoli politici senza anima e senza memoria.


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