Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 24 settembre 2015

Dialoghi Mediterranei* Un fenomeno editoriale nazionale ed europeo

 


Una finestra sul mediterraneo. Uno sguardo disincantato, ma non troppo, perché se allunghiamo la nostra visuale su questo specchio d’acqua, dove s’è fatta la storia, dove essa continua e si  farà la storia futura, non possiamo non farci coinvolgere dagli eventi, anche se apparentemente nelle vesti di spettatori più che di attori.
Una finestra su quel mare troppo piccolo per essere oceano e troppo grande per essere singolo  mare  la apre  “ Dialoghi Mediterranei”, bimestrale on line edito dall’Istituto Euroarabo di Mazara.
Dialoghi Mediterranei rappresenta oggi, dopo tre anni dalla sua nascita,un piccolo grande fenomeno culturale nato da una idea vincente di un gruppo di soci dell'istituto euroarabo, di non restare chiusi nel proprio guscio, di provare ad uscire con contenuti di spessore, di allargare l’orizzonte o meglio gli orizzonti, di volare alto  con eleganza ma sempre mantenendo i piedi per terra. Più che un gioco, una sfida, un voler provare a fare la cronaca a più voci, a 360 gradi come si dice, senza pregiudizi e attenti a non inseguire i giudizi. Che cosa oggettivamente è oggi il mediterraneo se non l’insieme di mari, di storie, di civiltà, di popoli, di destini, per citare Braudel, che in quel  luogo si incontrano, si scontrano, si confrontano, si amalgamano, si contaminano. Un mare che diviene speranza di una nuova vita e dove le vite stesse, troppo spesso, hanno termine nelle sue profondità. È così che il mediterraneo si trasforma spesso in una enorme foiba umana.
Perché allora non cercare di descrivere gli avvenimenti che si svolgono in maniera drammatica in quel breve tratto di mare che congiunge e nello stesso tempo divide la sponda nord dell’Africa da quella sud dell’Europa?
E soprattutto, perché non raccontare, non solo il dramma dell’immigrazione, ma anche la capacità di integrarsi, di convivere, di relazionarsi in un contesto che apparentemente può sembrare ostile sul piano politico, ma tollerante e disponibile su quello dell’accoglienza?
Ecco allora che migranti e le migrazioni vengono indagate come  “fatti sociali totali” in modo articolato, seppure secondo una visuale antropologica, focalizzando l’attenzione su mostre, spettacoli, musiche, tradizioni, l’arte di arrangiarsi, il coraggio di iniziare una attività lavorativa, descrivendone nella loro drammaticità o serenità le testimonianze, le esperienze, il vissuto e i racconti.
Ma non solo migranti e migrazioni; cultura locale, tradizioni, paesaggi mediterranei, immagini, personaggi, storie di vita, testimonianze, recensioni, attualità sono gli argomenti  affrontati dal periodico culturale.
Grazie al contributo di giovani laureati in antropologia che hanno aderito con entusiasmo al progetto editoriale, e che insieme a quello di prestigiosi collaboratori internazionali, insigni studiosi di varie università, giornalisti e fotografi professionisti, Dialoghi Mediterranei, inaspettatamente e al di la di ogni ottimistica previsione, è diventato un punto di riferimento di livello europeo per l’originalità dei temi affrontati.
Un grosso successo editoriale e un modo di fare cultura di livello in una città intrisa di provincialismo e che si nutre ancora di banalità.




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