Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 15 aprile 2016

Il referendum delle falsità


Leggo spesso i post sui social e da essi sorgono spontanei alcuni spunti di riflessione, sempre che qualcuno non mi attacchi in modo diciamo poco urbano, soprattutto quanto al ragionamento e alle prove scientifiche si preferiscono gli articoli di giornali e i falsi filmati televisivi, si fanno prevalere le pulsioni e si parla alla pancia invece che alla testa.
Si dice che il referendum è stato voluto dalla gente e che esso è una forma alta di democrazia. Sul concetto di democrazia  se ne scrivono di tutti i colori ,senza badare troppo né sullo stile né sull’uso parsimonioso degli aggettivi. Questo referendum, quello che si dovrà votare domenica, non è stato firmato dalla gente, ma è stato voluto dalle regioni. Legittimamente, lo prevede la Costituzione. Ma appunto per questo, esso assume una connotazione politica. Si tratta di una reazione a un potere decisionale che viene di fatto tolto alle regioni in termini di politica ambientale. Sappiamo ciò cosa comporta sul piano economico, si pensi alle royalties ad esempio. Una lotta tra accentramento e decentramento. Una questione puramente politica, che viene strumentalizzata dai partiti come un inizio di una resa di conti. Per quanto riguarda il PD, poi, è una battaglia iniziata nel precedente congresso e mai sopita. Una lotta interna al PD, con in testa i governatori dello stesso partito ai quali si sono accodati strumentalmente quelli di destra e della lega. Che ci azzecca in tutto questo il voto della gente?
Conosciamo tutti la capacità di dissimulazione dei partiti; quanta demagogia viene velata dalla retorica; quanta retorica effluvia di ipocrisia.
Non sembra strano questa improvvisa sensibilità a salvaguardare la limpidezza delle nostre acque accusando le piattaforme, brutto il termine trivelle, quando in realtà il degrado ambientale e l’inquinamento delle acque è dovuto invece alla mancanza di efficienti depuratori, al controllo degli scarichi, al permessivismo della cementificazione, al far finta di non vedere l’eccessivo uso di pesticidi e di nitrati che inquinano nelle falde? ( dati di Lega Ambiente). In termini di ambiente molte regioni sono colpevoli, come la nostra, e nascondono le loro responsabilità colpevolizzando altri. E’ da ieri la notizia che la Regione Sicilia guidato da un incapace quanto pavoneggiante Crocetta, sostenuto irresponsabilmente dal PD, abbia dichiarato di non avere soldi per salvaguardare le riserve naturali, tra queste “Lo Zingaro”, lasciandole di qui a poco al loro destino. Questo è il vero scandalo e questa dovrebbe essere la vera ragione di ribellione degli ambientalisti, altro che trivelle.
In questo referendum si sono demonizzati gli idrocarburi, riducendoli tutti a petrolio, sapendo di mentire, quando quasi tutte le concessioni sono per l’estrazione di gas, che non costituisce alcun pericolo di inquinamento per le acque. Si contano sulle dita di una mano le piattaforme che estraggono greggio all’interno del limite delle dodici miglia. Eppure non si fa altro che parlare di petrolio. Si continua a istigare, attraverso demonizzazioni e scenari apocalittici, gli impulsi della gente piuttosto che educarli ad una conoscenza della realtà.
Lo si è fatto per il nucleare, e questo ci è costato in termini di debito pubblico che continuiamo a pagare nella bolletta elettrica pur non usufruendone, lo si sta facendo per gli idrocarburi e i gas naturali, lo si farà, domani, per il fotovoltaico e l’eolico, quando, per sopperire a fabbisogno energetico si dovrà fare ricorso, inevitabilmente, a giganteschi parchi off shore. Ma questo è il destino di un paese dove la mediocrità prevale sulle intelligenze. La politica ne è paradigma.
Si è voluto costruire un referendum basato su  un falso assioma, un concetto che non c’è, ovvero la lotta tra il bene e il male, lo yin e lo yang , tra l’energia fossile e quelle alternative. Si è fatto bere alla gente l’idiozia che in caso di vittoria del sì tutto sarebbe cambiato in termini energetici e che le energie alternative sarebbero le uniche utilizzabili in futuro. Questa è la più grande menzogna di questo referendum, perché il quesito non comporta per niente la conversione da una energia all’altra. Non c’entra un fico secco, con il referendum, tirare in ballo le energie alternative per le quali occorre che lo stato e le regioni si dotino di una programmazione energetica, seria, a medio e lungo termine, liberando e incrementando incentivi per raggiungere gli obiettivi previsti dai trattati internazionali.
Il nostro, si sa, è un paese di poeti e di allenatori, di tecnici e di tattici, sovente anche di costituzionalisti. In questi giorni ci si cimenta se l’astensione è legittima o meno, se il voto è un diritto o un dovere, e se una non partecipazione al voto costituisca non solo un vulnus ma una incompletezza della democrazia. Addirittura l’astensione viene definita una specie di delega decisionale ad altri, mentre l’andare al voto significa prendersi le proprie responsabilità; tra coloro che professano tale corrente di pensiero ho molti amici. Se così fosse, come si dovrebbe intendere la scheda bianca o l’annullamento della stessa? Non è anch’esso un modo di eludere le proprie responsabilità delegando ad altri le scelte? Non sarebbe questo, per dirla come i detrattori dell’astensionismo, un modo vile di rifiutare e di assumersi responsabilità dirette?
Se è legittima la non espressione di voto attraverso la scheda bianca e nulla, è altrettanto legittimo l’astensione dall’andare al voto.
E’ solo questione di strategia politica, niente a che vedere con i principi morali ed etici con i quali si vuole imbrogliare l’elettore. Non per niente la costituzione prevede il quorum per la validità dei referendum, e il quorum prevede il diritto di astensione. Le paternali di illustri costituzionalisti sono soltanto semplici opinioni personali e valgono quanto quelle di un umile operaio, di un impiegato, di un libero professionista o di un cattedratico. Valgono solo per chi li pronuncia, non sono vincolanti per gli altri. Purtroppo la demagogia e la strumentalizzazione a fini politici prevalgono sulla buona fede di gran parte degli elettori.
Agli amici di sinistra, che sui social postano che andranno a votare perché  sentono come un dovere morale e politico non delegare ad altri, oppure  che voteranno sì per essere accanto agli amici sindaci delle isole siciliane, faccio notare che saranno accanto, politicamente, soprattutto ai fascisti di Forza Nuova, a razzisti della lega, a quelli di Fratelli d’Italia e di Silvio Berlusconi, oltre che ai Cinque stelle. Una bella ammucchiata politica, non c’è dubbio.



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