Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 15 marzo 2019

La strana politica di casa nostra.C'è poco da stare allegri.




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Ormai gli annunci politici si fanno sui social. Così come la rete è diventata la grande fonte in cui tutto si puote ciò che si vuole, secondo una narrazione che ha perduto ogni contatto con il buon gusto. Vale in campo nazionale, vedi il caso della deputata del M5S Giulia Sarti, vale anche nella politica locale, a casa nostra per intenderci. Il fine è infangare il personaggio, coprirlo di melma, destabilizzarne l’immagine.
Capita così, anche da noi, che un candidato sindaco, con un background culturale politicamente involuto, consideri la professione dell’avversario politico un motivo di accusa, di subdola istigazione al disprezzo, un argomento su cui incentrare parte della propria campagna elettorale e che possa bilanciare la fumosità delle proprie proposte politiche. Non solo sui social, anche nei pubblici interventi non si hanno remore a fare uso della cattiva narrazione, frutto di una commistione tra pubblico e privato, tra politica e professione.
La politica spesso raggiunge livelli lessicali insopportabili e toni sprezzanti a causa dell’assenza dei partiti, che costituivano l'humus formativo. Una volta si discuteva nelle sedi appropriate. E gli interventi erano ponderati, non mancavano i giusti richiami per una frase eccessiva o per una parola fuori dal contesto di quelle che erano le regole non scritte, di buon senso. Già, una volta si discuteva. Quando c’erano i partiti. E in quegli ambienti ci si temprava, anche negli atteggiamenti, nel porgersi dialetticamente con l’altro, alleato o avversario che fosse. Il rispetto dei singoli ruoli.
In questo inizio di campagna elettorale serpeggia la doppiezza dell’espressione finalizzata a distorcere volutamente l’immagine dell’avversario, dipingendolo come un Octopus dai lunghi tentacoli dalla cui stretta non ci si può liberare. E questa sala virtuale o fisica, colma di ombre, pare evocare personaggi Orwelliani .
Chi controlla il passato controlla il futuro.
Chi controlla il presente controlla il passato.
È allora che percepisci lo scandire dei due minuti di odio contro Goldstein, il nemico politico.
Te ne accorgi dagli applausi, non intensi, ma presenti.


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