Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 13 maggio 2019

Veni.Vidi.Quinci




Good Morning Mazara! Sì, un vero buon giorno per Mazara e soprattutto per la politica.
È il giorno del suo riscatto e di un certo modo di interpretarla.
È anche il giorno, sarà anche un solo giorno, ma va bene lo stesso, del comune sentire tra chi si riconosce in una cultura di appartenenza mediterranea, prendendo nettamente le distanze da chi, al contrario, ne vuole recidere le radici identitarie. 
È il giorno della condivisione di valori non negoziabili, per i quali niente di tutto ciò che è umano può essere considerato estraneo.
È, lo voglio dire con estrema franchezza, la vittoria della sobrietà e della misura sulla sguaiatezza alla quale una pessima politica ci aveva abituato e ci aveva fatto perdere la capacità d’indignazione.
L’elezione di Salvatore Quinci rappresenta tutto questo.
Rappresenta anche la speranza di riscatto da stantie caricature siciliote, tipiche di chi la politica la interpreta per tornaconto del proprio orticello, piuttosto che un servizio alla collettività.
Perché Quinci raffigura al meglio, in questo momento, la migliore Sicilianità, rispetto a quella politica arruffona e cialtrona. La politica di servizio e di attenzione verso gli altri Salvatore Quinci l’ha testimoniato con intransigenza e con austerità, senza chiasso e grancasse.

Cosa significa l’elezione di Salvatore Quinci?
Soprattutto tanto desiderio di diversità dopo un profluvio di promesse e mirabilie. È finito il tempo dei pifferai, degli illusionisti, dei venditori di miraggi. Non è più tempo di sognare, ma di sbracciarsi le maniche, di disegnare il prossimo imminente futuro di una città che in questi anni non è riuscita a decollare, regredendo di senso civico, imbarbarendosi di vandalismo. In cinque anni la città si è ulteriormente invecchiata, si è depauperata delle sue migliori intelligenze ed energie, si è offuscata di acume, di vivacità, di fantasia, ha perduto il senso del limite, della sobrietà, dell’armonia.

Il responso delle urne fa capire che è finito anche il tempo dell’antipolitica; emerge la voglia di partecipazione, il desiderio di potere contare nelle scelte, quanto meno quelle di interesse comune e che fanno parte del patrimonio della collettività.
La comunità manifesta voglia di essere ascoltata dai politici, indica loro di non alzare barriere, di confrontarsi, di vivere insieme la quotidianità e i cambiamenti che il trascorrere degli eventi inevitabilmente impone in tutte le società.
No more than five years si grida in democrazie più avanzate dalla nostra, quanto la gente non riesce più a contenere il suo disappunto e la sua delusione verso scelte e comportamenti politici discutibili.
Mai più cinque anni di cesure tra amministratori e amministrati, di scelte a senso unico, di illusioni e di giochi di prestigio, di litanie di parole vuote, di enunciati improbabili.
Quinci commetterebbe un grossolano errore se dovesse interpretare il consenso ottenuto come una delega in bianco, una investitura divina e con poteri assoluti, perché questa visione non appartiene ai principi e alle regole della democrazia.
Così come sbaglierebbe se dovesse sottrarsi al confronto delle idee, perché, è nel sapere misurare le proprie idee con quelle degli altri, e nel saper esercitare la virtù dell’ascolto, la dimostrazione della propria forza e della propria saggezza.
Il clima di partecipazione festosa che è venuto fuori dopo il risultato delle urne non può che avere un unico messaggio rivolto ai due antagonisti: quello di non trasformare la politica in una sorta di lotta tra bande, di fazioni, di guelfi e ghibellini; di non erigere muri divisori tra vincitori e sconfitti e di non ritenere il responso del ballottaggio come una ordalia.
È un bel giorno per Mazara e per la Sicilia
Sì, proprio un bel giorno. 
Good morning  Signor Sindaco .

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