Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 2 febbraio 2009

I fanghi della Bertolino

Di Testa e non di Pancia



Puntualmente, con cadenza ciclica, si ritorna a parlare della vicenda Bertolino, ovvero, della pericolosità che tale azienda costituisce per la salute e l’incolumità dei cittadini. Ma l’argomento ultimo, quello dello stoccaggio dei fanghi trattati, derivati dalla distillazione delle vinacce, per i quali è sorto, attraverso un tam tam sulla rete, un movimento “ Mazara Contro la Bertolino” non sembra essere stato affrontato con la dovuta serenità, scientificità, razionalità; si è preferito creare allarmismi, ricorrere alla piazza, portare avanti ipotesi demonizzanti basati su pregiudizi, e cavalcare, attraverso la disinformazione, l’emotività e l’ingenuità delle masse, soprattutto quelle giovanili, più eccitabili ma anche più sensibili ai problemi ambientali e , perché no, della salute. Qualcuno, inoltre, ha interesse ad innalzare il livello del chiasso per trarne qualche vantaggio politico, dimenticandosi del suo ruolo politico che è quello di sedare gli impulsi più che attizzarli e di controllare che tutto si compia in conformità alle normative, che in materia ambientale sono molto rigide anche se complesse e talvolta ambigue. La questione dei fanghi, oggetto della contestazione è paradigmatica della complessità della normativa e dello sbraitare inconsulto di chi dell’agitare la piazza ne fa una professione. Innanzitutto occorre chiedersi se questi fanghi costituiscono una fonte pericolosa per l’ambiente o per le persone, occorre, cioè, conoscere la loro capacità inquinante e la loro pericolosità per la salute. Ancora, se essi sono classificati tra i rifiuti pericolosi, oppure, se opportunamente trattati, come richiesto dalla norma, essi possono essere impiegati nel campo dell’agricoltura, come ammendanti o in associazione a fertilizzanti; se sono state eseguite tutte le procedure e i controlli richiesti per consentire lo stoccaggio e lo scarico in terreni; se questi terreni sono idonei a riceverli in base alla loro natura geofisica e alla loro composizione chimica, Ph > 5; C.S.C > di 8 meg/100gr,( il c.s.c è la capacità che ha il terreno di scambiare gli elementi; maggiore è il suo valore, minore è il pericolo di inquinamento) e se per questi terreni non ricorrano le condizioni previste dalla legge che ne vietano lo scarico. ad esempio: quando sia stata comunque accertata l'esistenza di un pericolo per la salute degli uomini e/o degli animali e/o per la salvaguardia dell'ambiente. La legge a tal proposito indica anche i soggetti preposti al controllo delle procedure da eseguire nel rispetto della normativa. Fatti questi controlli e verificata la pericolosità dei fanghi, è chiaro che essi non possono essere scaricati. Ma se al contrario, detti fanghi non costituiscono pericolo alcuno, ci si chiede: può l’azienda Bertolino scaricare i fanghi in terreni di sua proprietà, se questi risultano idonei a riceverli? Si tratta di dare una risposta che veda la civiltà del diritto prevalere sul diritto dell’inciviltà. Questo intendevo quando invitavo ad una maggiore ponderatezza sulla questione: avere reazioni meno impulsive, che provengano dalla testa e non dalla pancia. Per avere cercato di incanalare il dibattito lungo un binario di correttezza e di civiltà sono stato fatto oggetto di improperi e di insulti da parte dei soliti imbecilli che alla testa preferiscono la pancia, e che del problema sconoscono i fondamenti di base.

L.T



Nessun commento: