Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 6 febbraio 2009

Si è ingrigito il prof.

Si è ingrigito il prof

di Roberta Carlini


Salgono in cattedra sempre più tardi. Sono i più anziani d'Europa. Per i docenti italiani è allarme invecchiamento.


E Lucia insegna inglese e l'anno scorso ha avuto per la prima volta studenti davvero 'suoi': finalmente in ruolo, quarantacinquenne, trent'anni di distanza dai ragazzi seduti di fronte a lei. Sua madre Antonietta, adesso settantenne, era salita in cattedra a 24 anni: tra la neoassunta professoressa di storia e il più giovane dei suoi studenti c'erano dieci anni di differenza. Di madre in figlia, la scuola italiana ha messo i capelli grigi, se non bianchi. L'età media dei docenti all'ingresso è quasi raddoppiata, e abbiamo i prof più vecchi d'Europa. Una situazione aggravata dall'ultima infornata di docenti, i 50 mila assunti col piano dell'ex ministro Giuseppe Fioroni. E bloccata per il futuro, con le scuole di specializzazione chiuse, i concorsi aboliti e le antiche graduatorie dei precari sigillate. Una ipotetica nipote di Antonietta, se avesse oggi 24 anni, non potrebbe neanche bussare alle porte della scuola. "Così, stiamo perdendo una generazione di insegnanti", lancia l'allarme la Fondazione Agnelli, che ha fotografato il fenomeno e presenterà l'11 febbraio a Roma il 'Rapporto sulla scuola 2009'.
Come Lucia, sono state in tante le ultraquarantenni approdate in cattedra con il piano dei 50 mila. In gran parte donne, con alle spalle una lunga permanenza nelle graduatorie scolastiche che da decenni sono la fonte di reclutamento prevalente. Anzi unica, visto che dal '99 non si bandiscono più concorsi nelle scuole. Da allora, l'età media dei docenti di ruolo italiani è cresciuta di quasi quattro anni: adesso è sui 50. Con lo sbarco dei 50 mila non sono arrivate forze fresche, tutt'altro. Il 'Rapporto' mette sotto la lente le new entry, con una ricerca condotta in Piemonte, Emilia Romagna e Puglia (in totale circa 10 mila neoassunti, in pratica uno su cinque). Ne viene fuori un'età media di ingresso di 41 anni e due mesi: vale a dire che i docenti del 2008 hanno ottenuto la cattedra con quasi vent'anni di ritardo rispetto ai loro colleghi degli anni '60. Ma non è tutto. Dentro le medie, come sempre, c'è di tutto. Anche un buon 13,7 per cento di neoassunti tra i 50 e i 60 anni, e un 1,2 che sta addirittura al di sopra dei 60: dunque potrebbe essere andato in pensione subito dopo essere entrato in ruolo. Mentre i neoassunti con meno di 30 anni sono solo il 2,5 per cento del totale.
Come si spiega questo enorme balzo in avanti dell'età media? "Si è creato un imbuto per entrare nella scuola, e questo rallenta tutto", dice Stefano Molina, ricercatore della Fondazione Agnelli. Lo confermano i numeri sugli anni di precariato dei neoassunti: 10,7 in media, con un crescendo dalla materna alle superiori. Qui, il 54,6 per cento dei docenti assunti ha più di dieci anni di servizio alle spalle, proviene dal precariato lunghissimo delle graduatorie e delle supplenze. I contenitori delle infinite liste d'attesa, fatti come un recipiente con due tappi: con il tappo A pronto a riaprirsi da un lato man mano che le immissioni in ruolo lo svuotavano dal tappo B.

È successo anche nell'anno della fuoriuscita dei 50 mila, compensati subito da nuovi ingressi, finché l'allora ministro Fioroni non ha chiuso il tappo A, e la lista d'attesa è diventata 'a esaurimento'. Ciononostante, ancora adesso è assai numerosa: è un esercito di 336.337 persone. Va detto che tra queste oltre 70 mila sono già docenti di ruolo, iscritti nelle graduatorie solo perché vogliono cambiare materia o scuola: e però, anche senza considerare questi ultimi, abbiamo comunque 260 mila precari in lista d'attesa, età media 37 anni. È vero che sono alle viste un bel numero di pensionamenti (300 mila in dieci anni, prevede il 'Rapporto'), ma con i tagli delle ore di lezione, il maestro unico e le eventuali nuove regole sulle pensioni, c'è da scommettere che prima che questo esercito entri in ruolo la sua età media si sarà alzata di un bel po'. Secondo stime ministeriali, i tempi d'attesa per insegnare materie letterarie alle superiori sono di nove anni, mentre per lingue straniere sono addirittura 21. Fanno eccezione solo le graduatorie delle materie scientifiche al Nord, che sono già quasi esaurite (e in assenza di concorsi si comincerà ad assumere supplenti, ricominciando ad alimentare il precariato).

continua

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