Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 17 aprile 2009

Un forte segnale politico


Un forte segnale politico

Un parterre zeppo di politici, autorità e portaborse seguiti con zelo dagli addetti dello staff organizzativo, un nugolo di forze dell’ordine in divisa ma soprattutto in borghese lungo i corridoi del cine teatro che vigilavano ogni movimento, una folla straripante che occupava ogni ordine di posti, nessuna scolaresca presente, i ragazzi erano tutti regolarmente a scuola, e questo smentiva il malizioso commento intriso di livore fatto da qualche commentatore di una televisione locale. Molta gente, simpatizzanti e curiosi, uomini di cultura e professionisti, imprenditori e lavoratori, ma soprattutto molte donne. Nessuna bandiera di partito, nessun inno nazionale, ma semplicemente un tenue sottofondo musicale in attesa dell’arrivo degli ospiti. Il palco era sontuoso nella sua sobrietà, un patchwork di foto raffiguranti le bellezze architettoniche di Mazara, un collage dei monumenti più significativi, fatto di particolari che ne risaltavano gli stili, la storia, l’architettura, l’armonia urbanistica ma soprattutto la cultura. Un caleidoscopio di immagini che facevano vedere quanto l’appellativo “ INCLITA URBS “non fosse solo una definizione poetica ma una realtà che i mazaresi avevano dimenticato di apprezzare ed amare. “ Di questa Città io amo ogni cosa, ogni angolo, ogni pietra” ebbe a dire un lontano giorno durante un suo intervento da consigliere comunale un giovane Nicola Cristaldi. Come esprimere questo amore per la cultura della propria terra, del proprio paese, della propria gente se non con la rappresentazione visiva? Cantare le bellezze e la storia della propria città con le immagini come i cantastorie . Un evento politico di enorme portata mascherato da evento culturale. Bisognava dare un segnale politico forte, univoco, inequivocabile, chiaro, frastornante ma nello stesso tempo intelligente, discreto,elegante, formalmente rispettoso, lontano dalla canea chiassosa. Lo stile si nota dai segnali, dai comportamenti, dalle note di colore, dal portamento, dai toni della voce, dall’uso delle parole. “C’è un tempo per seminare, c’è un tempo per raccogliere” è scritto nel Qohèlet (Ecclesiaste). La gente apprezza la ventata di bon ton. La regia è curata nei minimi particolari, niente viene lasciato improvvisato. Quando il Presidente della Camera dei Deputati sale sul palco, viene lasciato volutamente solo tra un tripudio di applausi sinceri. L’applauso non è formale, non è di parte, esso è convinto, rappresenta la manifestazione di affetto della gente verso le Istituzioni, nei confronti di un personaggio pubblico che ha rappresentato una svolta in termini qualitativi della politica italiota, una ovazione duratura che lega in un affettuoso abbraccio Fini e questa gente stanca di essere delusa, che per tanto, troppo tempo è stata vilipesa, umiliata, tradita da una politica mediocre. Può piacere o meno, ma il Presidente della camera dei deputati è il simbolo del cambiamento storico culturale, il personaggio più interessante dello scenario politico nazionale dell’ultimo decennio, e lo dimostra il suo intervento di alto profilo, una “ Lectio Magistrale” su quello che è il tradimento in politica che ricorda molto Norberto Bobbio nel suo scritto “ Il futuro della democrazia” distinguendo tra rappresentanza politica e rappresentanza degli interessi, tra eletto soggetto a un mandato vincolato ed eletto che nella sua qualità di rappresentante di tutta la nazione non era più soggetto a mandato vincolante. Il tema della rappresentanza politica è stato motivo di dibattito acceso e colto già nell’Assemblea Costituente francese del 1791, che sanciva il divieto del mandato imperativo. Una lezione che spazia da Bobbio a Popper a Hegel senza mai citarli. Non poteva mancare un richiamo all’integrazione culturale, alla convivenza e all’accoglienza, al rispetto della persona e dell’identità tra immigrati e popolazione indigena, elogiando le qualità di tolleranza e di rispetto dell’intera gente mazarese. Una lezione, quella di Fini, seguita con silenziosa attenzione da tutta la platea. Interventi di cortesia gli altri,testimonianza di affetto e di comunanza politica quella del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana On. Francesco Cascio e della parlamentare marocchina On. Souad Sbai. Lo stesso Nicola Cristaldi ha voluto ritagliarsi uno spazio limitato sulla scena preferendo lasciare tutti i riflettori puntati sull’illustre ospite. Un gesto di correttezza non solo formale ma di grande cortesia politica. L’autore del pamphlet “I Traditori “ ha voluto leggere solo una paginetta del capitolo “ Traditori per vocazione”. Ogni riferimento a persone o cose non erano puramente casuali. Si coglieva nel pubblico un silenzioso solluchero. La gente ha apprezzato il garbo e i toni, e alla fine della manifestazione se ne usciva contenta e in ordine dal teatro.” La classe è classe, non è brodu di ciciri” ripeteva spesso mia nonna.




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