Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 25 marzo 2010

Una questione uggiosa

Il precedente post “ Bertolino un nome da mostrificare”sembra abbia innescato delle reazioni, almeno da parte di qualche caro amico, che ritengo abbastanza scomposte. Mi si accusa addirittura di condurre una campagna di santificazione a favore della Bertolino. Lo stesso mi invita, non è il solo per la verità, a scendere “in piazza a diffondere le sue idee, ci metta la faccia, anzichè starsene comodamente seduto dietro un PC”. Poiché entrambi siamo legati, almeno lo è per me, da sentimento di amicizia e di stima, non ho alcuna voglia di polemizzare con Lui. Alcune cose ritengo che bisogna chiarirle. In questa uggiosa vicenda dei fanghi che la Bertolino avrebbe voluto sversare in terreni di sua proprietà a Mazara, ho sempre cercato di tenere un giudizio critico fondato sul diritto e sul rispetto della legge. Ovvero, ho cercato di fare una analisi dei fatti privilegiando l’uso della ragione e non la scompostezza delle pulsioni. A tal proposito ho posto degli interrogativi su questo blog ,vedi : I fanghi della Bertolino , in cui manifestavo le mie perplessità dal punto di vista del diritto. Chiedevo delle risposte che ancora oggi tardano ad arrivare. Forse perché le domande sono fastidiose? “Etsi Bertolino non daretur ? “ E’ possibile in questa città intavolare un discorso serio senza per questo passare per “santificatore” della Bertolino? Trovo inconsueto demonizzare, questo è stato fatto, un nome per un fatto non commesso. Trovo irrituale strumentalizzare la piazza, trincerarsi dietro persone disinformate, fare sfilare bambini di scuole elementari senza che la questione sia stata affrontata in modo rigoroso, scientifico e nel rispetto della normativa. Se scendere in piazza e sporcarsi le mani significa usare lo stesso metodo, io non ho intenzione alcuna di sporcarmi le mani. Mentre a Mazara si discute da anni del pericolo Bertolino, altri soggetti hanno continuato, indisturbati, a fare scempio dell’ambiente. Il chiasso fatto attorno alla Bertolino è servito a fuorviare l’attenzione dalle reali condizioni in cui si trovano contaminate le risorse idrighe per cause ancora non accertate e comunque per negligenza, superficialità e scarsa sensibilità dei vari organi preposti al controllo: Comuni, Provincia, Nuclei di controllo ambientale. Basti pensare che in c.da Campana vi è da anni una discarica esausta non messa in sicurezza dal comune che l’ha in gestione, con le conseguenze che essa può avere sulla salute della collettività. Però si è preferito incentrare l’attenzione su un fatto ancora ininfluente come quello rappresentato dai fanghi della Bertolino.

Lei non può uscire, è già in arresto” disse uno di loro a Joseph K

“ E perché mai ?” chiese K.

Noi non siamo autorizzati a dirglielo, il procedimento è appena avviato e lei saprà tutto a tempo debito

“A quale autorità facevano capo?” pensava tra se K. Eppure K viveva in uno stato di diritto, tutte le leggi erano in vigore: chi osava aggredirlo in casa sua? ( Il Processo-F.Kafka)

“ Etsi Bertolino non daretur?”

Se poi , una volta posti dei quesiti ed esposti dei dubbi, si preferisce non rispondere, allora è lecito dubitare anche della buona fede di chi, chiamato a dare delle risposte, si trincera dietro incomprensibili divagazioni. Senza per questo intaccare la stima personale che rimane intatta. Per concludere, non capisco tanta acrimonia nei confronti di altri soggetti ambientalisti che hanno il torto di seguire un percorso diverso da quello populistico e chiassoso quale è il ricorso alla piazza e il suo incitamento.

domenica 14 marzo 2010

Vicenda Bertolino:Il paradosso di una vittoria non calcolata.


Spesso i sogni trionfanti si trasformano in incubi. Sembra un paradosso, ma da qualche giorno coloro che avevano annunciato in modo tonitruante di essere riusciti con il loro ricorso a fare annullare il decreto assessoriale 1113 con il quale si consentiva alla ditta Bertolino di potere sversare i fanghi in un terreno di sua proprietà a Mazara, sembrano essere caduti in una sorta di crisi depressiva. L’annuncio da parte della titolare della distilleria di ricorrere al TAR contro l’annullamento in autotutela del decreto da parte del dirigente responsabile ha buttato nello sconforto e nel terrore Pietro Marino ed gli altri firmatari del ricorso. Le loro sicumere vengono lentamente sostituite dal dubbio: se il TAR dovesse dar ragione alla Bertolino, e questa chiedesse il risarcimento dei danni economici, chi li dovrà pagare? Non certo il Comune, che non figura parte avversa, ma i firmatari del ricorso. Si profilerebbe per costoro un esborso economico non indifferente. Non potrebbero costoro chiedere al comune di accollarsi simile onere economico in quanto tale richiesta sarebbe illeggittima. Questi ultimi potranno acquistare maggiore serenità se il comune si costituirà controparte in un secondo grado di giudizio contro una eventuale sentenza favorevole alla Bertolino; si eviterebbe il pericolo di una rivalsa economica contro i firmatari del procedimento. Tale ipotesi, molto fondata tra gli addetti ai lavori, metterebbe politicamente fuori gioco e in modo definitivo Marino, Scilla e compagni. Aspettiamo gli eventi.

sabato 13 marzo 2010

Una presidenza imbarazzante



Una democrazia si fonda sul rispetto e sull’osservanza dei ruoli e delle funzioni che la legge assegna alle varie figure istituzionali. Quel che accade all’interno del comune di Mazara va al di là di ogni comprensibile logica. Si assiste ad una prevaricazione continua delle proprie funzioni da parte della presidenza del consiglio, la quale spesso tracima in eloqui e comportamenti di dichiarata ostilità nei confronti del sindaco della Città, fino a trasformare l’ ufficio di presidenza in un caleidoscopio di aggressioni politiche. Il presidente del consiglio Marino finisce con il perdere il senso della misura e il rapporto con la realtà quando , nel convocare una conferenza stampa sulla ormai ben nota vicenda Bertolino, addirittura vieta l’accesso all’emittente locale TELE 8, non consentendole l’esercizio di svolgere pubblica informazione. Tale decisione costituisce un grave atto di irresponsabilità politica, un attacco alla democrazia e al diritto all’informazione. Azioni e comportamenti che si rivelano improvvidi, politicamente strumentali, inopportuni e inquietanti allorquando lo stesso ufficio di presidenza viene trasformato impropriamente alla stessa stregua di una segreteria di partito dalla quale consentire all’On. Scilla di condurre un vero attacco politico contro l’azione amministrativa del primo cittadino. Avevamo denunciato in tempi non sospetti l’inidoneità del consigliere Marino a ricoprire una funzione di equidistanza e di equilibrio politico, soprattutto per i suoi limiti culturali. E’ arrivato il momento che l’intero consiglio, o almeno le forze più responsabili, incomincino a riflettere sui comportamenti imbarazzanti di chi li rappresenta in modo così smodato e privo di autorevolezza. Si incominci a introdurre nello Statuto Comunale la Revoca del Presidente del Consiglio Comunale, quando quest'ultimo viola le funzioni che la legge e lo stesso statuto gli assegna.

mercoledì 3 marzo 2010

Pompeo e l’apoftegma dell’imbecille

Apoftegma o Apotegma: la parola, assume il significato di "detto", "sentenza", "massima" e si usa per una frase o sentenza di tipo aforistico che reca in estrema sintesi una verità profonda ed al contempo stringente. L'apoftegma è certo una sentenza; enunciata dal protagonista "in risposta" ad un altrui discorso. (Wikipedia)

Sull’ arcinota querelle intorno all’eliminazione o meno del tratto ferroviario che attraversa il centro di Mazara, il sindaco Cristaldi ebbe ad affermare che coloro che si oppongono al suo progetto trovavano i finanziamenti necessari a risolvere i problemi dei passaggi a livello di Mazara, Lui era pronto a cambiare idea, perché: “ solo gli imbecilli non cambiano idea.”

Nel successivo intervento, il sindaco di Castelvetrano, noto per la sua assoluta avversione al progetto Cristaldi ebbe a rispondere: “ Ha detto una cosa interessante il sindaco Cristaldi: Solo gli imbecilli non cambiano idea. Io mi auguro che Lui non sia imbecille e che possa cambiare idea”.

Poiché chi deve cambiare idea è Cristaldi e non Pompeo i Castelvetranesi adesso sanno che hanno per sindaco uno che non cambierà idea.