Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 31 gennaio 2010

I fanghi della Bertolino


A Mazara si ritorna a parlare della vicenda Bertolino e della pericolosità che i fanghi dell’azienda costituiscono per la salute e l’incolumità della collettività. Puntualmente rinascono movimenti spontanei ambientalisti e assembramenti studenteschi di ogni ordine e grado. Vengono organizzati cortei variopinti che coinvolgono tutte le scuole, dalle elementari ai licei e anche una rappresentanza di anziani pensionati. Il lungo corteo si snoda festosamente per le principali vie della città con alla testa inconsapevoli bambini che giocano con colorati palloncini e il viso coperto da mascherine anti smog; dietro seguono vistosi striscioni delle varie scuole partecipanti. Naturalmente non manca la benedizione di tutti gli schieramenti politici. L’argomento ultimo, quello dello stoccaggio dei fanghi trattati derivati dalla distillazione delle vinacce, per i quali è sorto, attraverso un tam tam sulla rete, il movimento “ Uniti per l’ambiente”, non sembra essere stato affrontato dai promotori della protesta con la dovuta serenità, scientificità, competenza e razionalità. Ancora una volta si è preferito creare allarmismi, strumentalizzare la piazza, portare avanti ipotesi prive di basi giuridiche e scientifiche. Lo scopo è quello di cavalcare, attraverso una informazione superficiale e rabberciata, l’emotività e l’ingenuità delle masse, soprattutto quelle giovanili, le più eccitabili e anche le più sensibili ai problemi ambientali e della salute. Qualcuno, inoltre, ha interesse ad innalzare il livello del chiasso per trarne qualche vantaggio politico, dimenticando il suo ruolo di rappresentanza politica che è quello di sedare gli impulsi più che attizzarli e di controllare che tutto si compia in conformità alle normative e nell’assoluto rispetto delle condizioni richieste dalla legge, che in materia ambientale sono molto rigide anche se complesse e talvolta ambigue. La questione dei fanghi, oggetto della contestazione è paradigmatica della strumentalizzazione della piazza senza mai affrontarli nel merito. Innanzitutto occorre chiedersi se questi fanghi costituiscono una fonte pericolosa per l’ambiente o per le persone, occorre, cioè, conoscere la loro capacità inquinante e la loro pericolosità per la salute. Ancora, è necessario sapere se essi sono classificati tra i rifiuti pericolosi, oppure, se opportunamente trattati, come richiesto dalla norma, essi possono essere impiegati nel campo dell’agricoltura, come ammendanti o in associazione a fertilizzanti; se sono state eseguite tutte le procedure e i controlli richiesti per consentire lo stoccaggio e lo scarico in terreni; se questi terreni sono idonei a riceverli in base alla loro natura geofisica e alla loro composizione chimica, Ph > 5; C.S.C > di 8 meg/100gr,( il c.s.c è la capacità che ha il terreno di scambiare gli elementi;) e se per questi terreni non ricorrano le condizioni previste dalla legge che ne vietano lo scarico, ad esempio: quando sia stata comunque accertata l'esistenza di un pericolo per la salute degli uomini e/o degli animali e/o per la salvaguardia dell'ambiente. Tali condizioni costituiscono il principio fondamentale su cui basare la valutazione della tutela ambientale e sanitaria di una determinata combinazione fanghi suolo
E’ su queste basi che si deve aprire un sereno dibattito tra le parti al fine di dare una completa informazione alla collettività. Mandare allo sbaraglio giovani studenti, seppure in buona fede, ma privi delle più elementari conoscenze di base sia sul piano normativo sia su quello scientifico mette molta tristezza e non dà alcuna credibilità seria né ai responsabili del movimento né a quei politici che con giustificazioni insensate e che nulla hanno a che vedere con la questione dei fanghi, cavalcano la passione e la spontaneità giovanile. Costoro rischiano di impaludarsi da soli in un pantano dal quale sarà difficile uscirne. Addirittura si arriva da parte dell’ On. Scilla a dichiarare: “comunque va rispettata la volontà popolare che con forza e determinazione si e’ pronunciata in maniera fortemente contraria a questi tipi di interventi poiché per lo sviluppo del nostro territorio occorre valorizzare le infinite risorse storiche, artistiche, monumentali, climatiche, gastronomiche e quindi puntare senza nessun indugio sul turismo: per essere industriali, infatti, non occorre produrre macchinari o realizzare distillerie e/o affini” Che c’entrano i fanghi con le risorse storiche, artistiche, monumentali, climatiche, gastronomiche e turistiche? Il buon senso avrebbe dovuto consigliare al deputato regionale una maggiore ponderatezza e serenità sia nell’uso delle parole sia nell’azione politica intrapresa in modo quanto meno frettoloso. Essa è apparsa finalizzata ad ostacolare l’azione dell’amministrazione comunale, anche essa contraria ai fanghi, piuttosto che a contribuire al raggiungimento di una positiva soluzione
La normativa,inoltre, assegna un ruolo delicatissimo e importantissimo all’organo di controllo ( la Provincia ) non solo per quanto riguarda la regolarità della documentazione quanto piuttosto sulla corrispondenza delle analisi chimico-fisiche sia dei fanghi sia dei terreni.
Fatti questi controlli e verificata la loro pericolosità, è chiaro che essi non possono essere scaricati. Se al contrario detti fanghi non costituiscono pericolo alcuno, ci si chiede: può l’azienda Bertolino scaricare i fanghi in terreni di sua proprietà, se questi risultano idonei a riceverli?

sabato 23 gennaio 2010

Nell’antro del Consiglio Comunale




C’è il pericolo di trasformare un luogo di confronto in un antro i cui inquilini rischiano di recidere il cordone ombelicale con la società civile.

Se si dovesse dare un giudizio su Mazara in base ai suoi, per fortuna pochi ma chiassosamente visibili, rappresentanti eletti in Consiglio Comunale, l’idea che ne verrebbe fuori sarebbe di una città incolta, politicamente inadeguata e impreparata ad affrontare problematiche serie e di grande prospettiva, irriverente delle regole del civile confronto. In verità, Mazara è una città disordinata e caotica; si presenta a tratti anche elegante, con un centro storico di una armonia unica nella sua struttura urbana, ricco di monumenti frutto di illuminate intelligenze. Essa è tollerante e generosa, è carente di spazi culturali, è arretrata nei servizi, è mancante di una classe imprenditoriale adeguata ad affrontare le sfide lanciate dai processi della globalizzazione. Il Consiglio Comunale è la sommatoria di tutte queste contraddizioni aggravate anche dall’incapacità , al suo interno, di sapersi rapportare in modo sereno al confronto politico. Costituisce uno spettacolo deprimente e spesso indecoroso dovere ascoltare interventi privi di estetica lessicale, disarticolati e illogici. Nel far uso della parola tutto ciò che è esteticamente inappropriato lo è anche eticamente. Spesso, nello sforzo di seguirne i lavori, in presenza di atteggiamenti di così prevaricante teatralità, anche lo spettatore avvezzo agli aspetti più deteriori della politica è costretto ad arrendersi tanto è lo scoramento che ne deriva. Non è solo colpa della televisione, ma degli stessi attori, che in un gioco delle parti, recitano liberamente senza canovaccio. Si assiste così ad improvvisazioni da commedia dell’arte, funzionali ad un personale soddisfacimento della propria vanità. Costoro riducono il Consiglio Comunale a un luogo di rissa, e in queste convulse ossessioni, si percepisce qualcosa che va al di là delle giuste ambizioni e dei comprensibili risentimenti. C’è una voglia di potere e di rivincita che fa a pezzi tutto e tutti, e trascina la vita di tanti onesti professionisti, in entrambi gli schieramenti, ad una guerra tra bande, finendo così con il distruggere la politica. E con la politica essi distruggono la loro immagine attraverso il ricorso all’invettiva e alla delegittimazione di chi ricopre cariche amministrative.
Il linguaggio di taluni consiglieri raggiunge livelli di improntitudine tali da fuoriuscire dalle regole del rispetto e della tolleranza per incanalarsi su un frasario smodato; essi in tal modo, naufragano nel vortice delle loro pulsioni senza che qualcuno lanci loro una ciambella di salvataggio. Le stesse figure istituzionali sono obiettivo dei loro impropéri, e tali eccessi di isterismo e di provocazione vengono incoraggiati soprattutto da una inadeguata conduzione dei lavori, che appare faziosa e subdolamente complice di questo stato di degrado. Nemmeno il rosso vermiglio delle poltrone e la presenza di due donne tra gli scranni riesce a ravvivare il grigiore di un’aula offesa dallo smarrimento delle regole della civiltà del confronto.
La mancanza della misura della parola crea disagio nella sensibilità della gente; il ricorrere alla barbarie dialettica nell’indicare le altrui responsabilità, anche pregresse o addebitabili a congiunti nelle passate legislature, “Pater hercle tuus, inquit, maledixit mihi.”- rimprovera il lupo all’agnello- che traslato in questa legislatura vuol dire.” Tuo marito la precedente legislatura criticava lo stesso provvedimento che tu adesso accetti”, è l’assurdo richiamo di un consigliere verso una rappresentante dello schieramento opposto,fa assurgere a metodo un certo cannibalismo politico. C’è il pericolo di trasformare un luogo di confronto in un antro i cui inquilini rischiano di recidere il cordone ombelicale con la società civile.
E’ necessario stabilire delle regole che servono ad attenuare il clima di tensione e di risentimenti che continua ad esacerbare gli animi. Soffia all’interno degli schieramenti di opposizione un sentimento giustizialista che deve essere isolato e attenuato dal buon senso e dalla ragione da parte di tutti. Chi ha consentito che ciò avvenisse si affretti a riparare il danno fatto. Vale anche per coloro i quali godono ancora di prestigio e di autorevolezza all’interno degli schieramenti.

mercoledì 20 gennaio 2010

Padre Gaspare Morello

da Bypass di Pino Catalano


Sono trascorsi appena trent’anni dalla morte del Sac. Gaspare Morello e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto tutt’ora non colmato in questa città. I suoi insegnamenti plasmarano coloro che ebbero il privilegio di essere stati suoi allievi e ne costituirono il patrimonio morale, politico e di crescita civile Padre Morello è l’esempio di quei valori di cui la Mazara colta e civile di allora era pregna e che servirono a forgiare la personalità di tanti giovani nello studio, nelle professioni, nelle arti, nella politica. E’ stato soprattutto un grande della politica di questa terra siciliana. Non fu soltanto insigne uomo di scuola. Dirigente di spicco dell’allora Partito Popolare, fu antifascista e partigiano. Fu soprattutto educatore e guida politica per tanti giovani che in seguito sarebbero stati in prima linea nella formazione della Democrazia Cristiana. La sua statura politica, le sue tensioni morali, l’amore per la sua terra e per l’Italia, la fede nella democrazia, l’impegno indomito contro la dittatura , ci vengono dati da una approfondita lettura di una delle tante lettere che fanno parte della corrispondenza tra Padre Morello e il giovane Bernardo Mattarella, e che pubblico di seguito.
Mi auguro che essa possa costituire, soprattutto oggi, un punto di riferimento e di insegnamento per i tanti piccoli politici nostrani.

Lettera del sac. Gaspare Morello a Bernardo Mattarella

“ A quest’ora avrai letto la circolare dell’On. Aldisio inviata a tutte le sezioni: Come vedi ci stiamo mettendo a lavoro, molto,molto tardi in verità, ma pazienza,meglio che mai. La battaglia che dobbiamo affrontare è quanto mai aspra e combattiamo sapendo di cadere .Pure sarebbe somma viltà ritirarci e non dire a quanti ancora amano la libertà una nostra parola di fede e di fierezza in mezzo a tanta viltà. Noi usciremo dalla lotta diminuiti di numero nei nostri rappresentanti politici, ma avremo almeno ( si spera ) un gruppo parlamentare più omogeneo e resistente alle lusinghe del dittatore. E’ una triste ora la nostra: il presente è infido e nemico, lavoriamo per un domani che potrebbe anche essere prossimo se il popolo italiano si sveglierà. Domenica mattina, con il primo treno mi recherò ad Alcamo con Bologna per abboccarmi con gli amici e vedere la nostra reale situazione in quel centro. Se tu vorrai incontrarti con me, mi farai cosa grata. Desidero però che si mantenga il segreto di questa mia andata in Alcamo, perché io mi aspetto delle rappresaglie da parte di qualche avversario per togliermi la scuola.”
Mazara: 31/1/1924
Da “ Bernardo Mattarella” – biografia politica di un cattolico siciliano- di Giovanni Bolignani

giovedì 14 gennaio 2010

Il progetto Ferrovia di Mazara


COME LIBERARE LA CITTA’ DAI PASSAGGI A LIVELLO
SENZA PERDERE IL TRENO

Se l’On. Cristaldi ha vinto le scorse amministrative, lo si deve innanzitutto al coraggio di avere proposto un progetto ambizioso e molto apprezzato dall’intera Città: quello di dare soluzione al problema della ferrovia che la taglia in due, e che rappresenta la causa di difficoltà nello scorrere fluido del traffico e spesso mette a repentaglio la stessa sicurezza e la salute della collettività. I passaggi a livello sono di frequente un ostacolo ai mezzi di immediato soccorso e di urgenza, ambulanza, vigili del fuoco, forze dell’ordine. La soluzione dell’eliminazione dei molti passaggi a livello che interrompono le arterie principali della città, viene data da due progetti, uno dei quali, redatto a metà degli anni ’80 prevedeva l’interramento del tratto ferroviario per un paio di Km con una costruenda stazione sotterranea. Tale ipotesi, però, non è mai è stata presa in considerazione né tantomeno essa è stata prevista dal piano regolatore di cui si è dotata Mazara. Di questo progetto, improvvisamente ripreso da qualcuno, se ne sconoscono a tutt’oggi studi di fattibilità, di impatto ambientale, di sicurezza infrastrutturale per le centinaia di abitazioni che ne sarebbero state interessate oltre che i costi di previsione per la sua realizzazione. L’altra proposta, oggi oggetto di diatriba tra pro e contro, è l’eliminazione dell’intero tratto di linea ferrata, per circa 6,5 Km , e lo spostamento dell’attuale stazione di Mazara alla periferia della città.
- Il centro urbano di Mazara è attraversato da una linea ferrata costruita centotrenta anni fa, che con i suoi 14 passaggi a livelli, causa rallentamenti e paralisi del traffico soprattutto nelle ore di punta. La situazione non è compatibile con le esigenze di mobilità di una cittadina in rapida e continua espansione - si legge nella relazione del progettista Ing. Russo. - D’altra parte, gli inconvenienti connessi con i passaggi a livello non possono essere risolti con la costruzione di cavalcavia o sottopassaggi, perché tali infrastrutture, che presentano comunque un forte impatto ambientale, non sono più eseguibili in una zona completamente urbanizzata senza intaccare pesantemente il tessuto edilizio esistente . Né realisticamente possono prevedersi, per le note carenze finanziarie e per le difficoltà tecniche facilmente immaginabili, interventi di interramento del tratto ferroviario urbano o di spostamenti a monte della stessa linea, che richiederebbero comunque stanziamenti, ai costi attuali, superiori ai 500 milioni di euro.

La soluzione del problema - prosegue la relazione – va pertanto cercata in una seria e razionale pianificazione urbanistica che armonizzi e integri il trasporto pubblico e privato, su gomma e su rotaia, compatibilmente con le risorse disponibili. Per far ciò occorre partire da alcune imprescindibili considerazioni:
- Il rapporto tra costi e ricavi per le F.S. Spa per questa linea ferrata è 1 a 14; a fronte di 1 euro incassato se ne spendono 14;è comprensibile allora che le ferrovie non intendono,per ragioni di bilancio, continuare la gestione passiva di una linea, riducendone gli interventi di manutenzione,l’impiego di personale e limitando,per ovvi motivi di sicurezza,la velocità d’esercizio e i servizi.
- La mancanza, fino a poco tempo fa, di un piano regionale di trasporti organico, da parte della Regione Siciliana, prossimo gestore delle ferrovie ,e l’assenza di adeguate risorse finanziarie inducono a prevedere un abbandono di investimenti per il tratto di linea ferrata a scarso traffico come la Castelvetrano – Trapani.
- La diminuzione di richiesta di trasporto da Mazara per Castevetrano e per Palermo si è sempre più ridotta e può essere più facilmente soddisfatta, con minori costi per la collettività, con il mezzo pubblico gommato che percorra l’autostrada A29 da Mazara fino a Campobello di Mazara e successivamente per ferrovia.
- Il traffico da Mazara a Trapani e viceversa risulta ancora sostenuto da una domanda di pendolarismo sempre più in aumento, più accentuata nei giorni feriali.
Con queste premesse si possono realisticamente proporre i seguenti interventi:
1. - Costruzione della nuova stazione ferroviaria di Mazara del Vallo al Km 141+280, traslata di 3600 metri verso Trapani rispetto alla attuale, subito dopo il passaggio a livello al Km. 141+264.
2. – Riqualificazione della tratta di linea ferrata dalla stazione di Campobello alla nuova stazione di Mazara, per un totale di Km.17,800, tramite la conversione del traffico viaggiatori dalla ferrovia alla strada ( autostrada A29 e SS 115 ).
3. – Costruzione di una nuova strada di “ circonvallazione interna “ utilizzando la sede ferroviaria dismessa, dal viale Africa alla trazzera Mazara –Marsala in c.da Tonnarella.
4. Realizzazione di una “zona attrezzata a verde” e a parcheggi nell’area dell’ex stazione.
I vantaggi per la comunità sono:
- Eliminazione di 23 passaggi a livello in atto esistenti, di cui: 14 in area urbana, 6 in area extra urbana e 3 privati o pedonali.
- Miglioramento della viabilità urbana: il nuovo asse viario di circonvallazione interna di Km. 6,5, largo mediamente 22 metri,oltre a fluidificare il traffico interno del centro abitato, consente un rapido raggiungimento della nuova stazione ferroviaria e riqualifica tutta la proprietà edilizia e gli esercizi commerciali in atto occlusi dall’attuale linea ferroviaria.
- Recupero e riqualificazione di estesi spazi urbani in atto in abbandono o soggetti a degrado.
In conclusione, Mazara, liberandosi dal cappio di ferro che la strozza,può aspirare ad un migliore sistema integrato di trasporti urbani ed extra urbani, compatibile con un suo sviluppo economico e territoriale, senza rinunciare alla infrastruttura ferroviaria, resa però più funzionale e moderna.-
Questa la relazione del progettista. Il 70% degli elettori, nell’eleggere Cristaldi Sindaco di Mazara ha approvato questo progetto, per altro assai dibattuto in campagna elettorale. Più democrazia di così!

mercoledì 6 gennaio 2010

Concerto Pianistico di Alessando Marino

Alessandro Marino
Un grande abbraccio pianistico (non virtuale ma reale) ha inaugurato ieri la 32^ stagione concertistica 2010 promossa dall’Associazione Amici della Musica con il patrocinio del Comune di Mazara del Vallo nell’elegante hall del Kempinski Hotel “ Giardino di Costanza”. Il numerosissimo e incantato pubblico, in gran parte rimasto in piedi, per lo scarso e inadeguato numero di posti a sedere, ha assistito a un concerto che resterà probabilmente memorabile sia per la qualità del pianista sia per il programma musicale interpretato. Ad eseguirlo è il mazarese Alessandro Marino, reduce del recentissimo successo ottenuto al Teatro Regio di Parma dove si è esibito nell’ambito del Festival Verdi 2009 nella sezione Giovani Talenti, seguito da altrettanto successo nell’esibizione, avvenuta a Novembre, in una puntata in diretta televisiva del Pauw & Witteman show, il più seguito talk-show nei Paesi Bassi. Il pubblico, ammaliato dal talento e dal virtuosismo del giovane concertista, ha potuto godere dell’ascolto di brillanti pezzi pianistici di autori in gran parte sconosciuti o raramente proposti nei concerti, quali Joachim Raff, Louis Moreau Gottschalk e Charles Valentin Alkan.
Joseph Joachim Raff ebbe vicende e fortune alterne ma riuscì a diventare un nome di spicco tra i musicisti della sua epoca; di lui oggi invece pochissimo ci viene proposto da incisioni discografiche e programmi di concerto. Nato in Svizzera nel 1822 da famiglia di origini tedesche, autodidatta, Joseph Joachim Raff ebbe contatti con musicisti come Mendelssohn, per interessamento del quale furono pubblicate alcune sue composizioni nel 1845, Liszt,che divenne il suo mentore e dal quale fu influenzato. Al compositore elvetico appartengono i due brani iniziali del concerto: Siciliana e Tarantella elaborazioni dei “ Vespri Siciliani” di Verdi.
La sorpresa assoluta è stata però la parte centrale del programma, riservata all’esecuzione dei tre brani di Louis Moreau Gottschalk. Nato nel 1829 a New Orleans, Gottschalk si guadagnò il soprannome di "Chopin dei Creoli" per il virtuosismo pianistico esibito durante le sue numerose tournée, che toccarono non solo il Messico e il Brasile, ma anche l'Europa e dove fu ammirato da artisti come Theophile Gautier e Hector Berlioz.
Gottschalk è senza dubbio il compositore americano che nel XIX secolo ha saputo sperimentare per primo la fusione fra la musica colta occidentale e le tradizioni musicali del Nuovo Mondo. Del compositore americano, apprezzatissimi sono stati i brani: Souvenir de Porto Rico , e Souvenir d'Andalusie. Pubblico in visibilio dopo la notevole interpretazione della Grande Fantasia trionfale sull'inno brasiliano dedicato alla principessa Isabella, figlia del re Pedro II e ispirata dall'inno brasiliano scritto da Francisco Manuel de Silva.
L’Ultima parte del concerto è stata dedicata al pianista e compositore francese Charles Valentin Alkan (1813 –1888).
Le sue composizioni per pianoforte solo includono alcune opere tra le più difficili dell'intera letteratura pianistica, e gli interpreti che possono padroneggiarle sono molto pochi. Tra i suoi amici vi furono Franz Liszt, Frédéric Chopin, George Sand e Victor Hugo. Già all'età di 24 anni si era costruito una reputazione come uno dei più grandi virtuosi del suo tempo, tanto che Liszt una volta dichiarò che Alkan aveva la tecnica più perfetta che lui avesse mai visto. Alcune sue musiche richiedono un'abbagliante virtuosismo, grandi velocità di esecuzione, enormi balzi in rapidità, lunghi sforzi per le note veloci ribattute e il mantenimento di linee di contrappunto largamente spaziate. Eccellente l’interpretazione de Le Festin d’Esope op.39 n.12. con la presenza di ben 25 variazioni sopra un tema: ciascuna rappresenta un diverso animale delle favole di Esopo . Il concerto si conclude con i primi due movimenti : 20 anni ( très vite) e 30 anni ( Assez vite) dei quattro che compongono “La Grande Sonata delle quattro età della vita” pubblicata nel 1847. La sequenza dei movimenti è diversa dalla tipica sonata classica, nel senso che il tempo diviene progressivamente più lento.
Una volta accettato il "programma" della sonata tutta la musica diventa evidente: l'entrata roboante nella vita adulta con le sue speranze e l'impazienza (20 anni. Molto veloce); la complessità dell'uomo nel pieno del suo vigore, con la sfida di Faust a Mefistofele e la dolce canzone di Margherita (30 anni )
Non poteva essere che una ovazione quella che l’attentissimo ed emozionato pubblico ha tributato al suo giovane pianista, apprezzandone non solo le qualità stilistiche e tecniche ma soprattutto il virtuosismo e la perfezione dell’esecuzione.
Un concerto di tal genere al quale abbiamo assistito avrebbe richiesto però un luogo adeguato e consono alla portata dell’evento. E’ un vero peccato che Mazara sia priva, a tutt’oggi, di un tale contenitore.

lunedì 4 gennaio 2010

Expo del Sole – Mostra d’arte contemporanea

Giacomo Cuttone e Leonardo Sciascia ( foto d'archivio )
Il sole, diverse luci
Continua fino a mercoledì 6 gennaio 2010, nella storica via XX Settembre a Mazara del Vallo, nell'ambito della manifestazione Expo del sole, la mostra d'arte contemporanea allestita in diversi locali concessi gratuitamente da privati, fra cui Palazzo Mandina.
Si possono ammirare le opere di 14 artisti-espositori.
Nicolò Quinci e Roswitha Schulz hanno fatto del binomio arte-cultura lo scopo della loro vita, impegnandosi costantemente nel campo dell'arte.
La pittura di Peppe Denaro rifiuta la composizione e il controllo esercitato dalla mente sulla mano, è la manifestazione dell’insofferenza ai vincoli della geometria e della rappresentazione mimetica, è una pittura che si fa materia, gesto.
L’impegno pittorico di Giacomo Cuttone è un universo suggestivo e accattivante, morbido e tagliente , il suo intento è quello di cogliere la realtà nella sua totalità aperta, un “realismo poetico” che esprime la dimensione essenziale della vita.
I ferri colorati o arrugginiti di Emanuele Lombardo sono scarti di lavorazione, pezzi che l’artista assembla per ridare loro una vita secondo la propria esistenza.
Gli ulivi e le tele di Gerri Bianco vanno alla ricerca di una equilibrata interazione fra movimento e luce, fra spazio e colore.
Il mondo fantastico e simbolico di Tania Lombardo è il mondo visto con gli occhi di un bambino, un gioco mai interrotto, un viaggio senza fine.
La poliedricità di Maria Grosso spinge l’artista ad accostare il linguaggio popolare della pittura dei carretti con quello onirico della “fotografia di sogni”.
Giuseppe Ferro gioca le sue carte siciliane con un realismo quasi tipografico, le usa non con la destrezza e le finalità del baro ma con la leggerezza del gioco per il gioco.
Il percorso espositivo prosegue con l'entusiasmo, la freschezza e la spensieratezza dei lavori dei giovani Paola Sciuto, Violinda, Marina Chirco e Umberto Pulone.
I plastici, infine, di alcuni monumenti architettonici della Città, realizzati da Ignazio Auguanno, costituiscono il legame tra passato e presente, nella prospettiva di un futuro fatto di… luci diverse, nel segno del sole.
Liliana Ingenito