Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 2 gennaio 2012

Il sindaco Normanno e il suo cantore

“era l’immagine dei dignitari normanni quando conquistarono l’isola:
biondo,con folti baffi e la carnagione bianchissima”



“ quando vidi Nicola Cristaldi per la prima volta,mi sembrò di tornare ai libri di storia medievale, perché era l’immagine dei dignitari normanni quando conquistarono l’isola:biondo,con folti baffi e la carnagione bianchissima. Quegli uomini del grande nord erano stati attratti dai riverberi del sole sulle onde del mediterraneo e avevano lasciato le fredde foreste scandinave perché sotto gli ulivi e gli aranceti di Sicilia la terra è più dolce. Capii che egli aveva intuito come la vera identità della Sicilia passasse attraverso la riscoperta e la rivisitazione della memoria che i siciliani sembravano avere completamente rimosso. Lo studio e il progetto che elaborai con lui fu un lavoro appassionante, anche se i ritmi della politica,purtroppo non ne permisero il varo. Qualche anno più tardi ci rivedemmo,Nicola Cristaldi mi propose di collaborare con lui questa volta per la sua città,Mazara del Vallo dove era nato e dove era stato appena eletto sindaco. Mazara è del tutto particolare per due motivi:perché è su quella costa che gli arabi sbarcarono con Al Furat; e perché è uno dei centri storici più affascinanti della Sicilia,con uno splendido barocco e con la caratteristica di essere abitata dalla comunità araba – essenzialmente tunisina – di più vecchia data in Italia,presente qui dagli anni sessanta. Fino a qualche tempo fa il centro storico di Mazara era considerato un luogo da evitare- era come si dice in sociologia,un’area segregata – a causa della scarsa conoscenza tra gli italiani e la comunità araba che vi risiede. Il primo progetto di Cristaldi consistette nell’avviare un opera di riqualificazione urbana,ma con la partecipazione della gente:nello spazio di pochi mesi questo centro storico è diventato la zona più visitata della città. A contatto e con la collaborazione dei residenti del centro storico,questa zona è rinata come un giardino un tempo abbandonato. Il lavoro continua a tutt’oggi,sviluppandosi sul terreno sociale se su quello culturale. Mazara sta ricreando ciò che fu la Sicilia nella sua storia:una esperienza feconda di vita e di società. ( ? )(interrogativo mio ).
Una mattina  assolata Nicola Cristaldi mi portò nella piccola Via San Giovanni,non lontano dalla sede del Comune,per mostrarmi una grande lapide con questa iscrizione:
Mazara del Vallo
Della Mediterranea pesca
Inclita capitale
Madre di lavoratori audaci
Pescatori insonni
Ricorda
O diletti suoi figli
Travolti dal grande mare
Facile alle ire tempestose
Nel duro rischioso diuturno lavoro
Eleva preghiera all’Onnipotente
Onde loro conceda la pace dei giusti
Spera
Che leggi più eque rendano amiche
Le acque delle opposte sponde
L’Africana e l’europea
Nel nome del Dio universale
Padre di tutte le genti
Cristiane ed islamiche
Facendone un solo mare
Libero al lavoro,fecondo alla pace.

Il 28 Agosto 1977
Festa del patrono San Vito martire
Il Comitato.
Questa non è solo un’iscrizione,è una preghiera e una promessa. Dinanzi a un mondo arabo oggi in totale subbuglio,e più di un progetto politico o trattato internazionale,in quella piccola via si trova una promessa che tutti attendono, quella di raggiungere la convivenza, dunque la pace,dunque la serenità per calmare il mare turbolento della nostra storia.”
 ( Fouad Kaled Allam: - L’Islam spiegato ai leghisti”- pp.158-160 ) 
 Ritengo Fouad Allam un autore interessante e godibile da leggere, al contrario di altri scrittori musulmani come Tariq Ramadan, e leggendo il  comunicato ufficiale dell’amministrazione comunale che annunciava la presentazione a Mazara del libro  scritto dal sociologo algerino  “L’Islam spiegato ai leghisti”, in cui l’autore aveva dedicato alla nostra Città un intero capitolo, non nascondo che la curiosità di leggerlo è stata forte, tanto che lo comprai alla libreria Feltrinelli a Palermo, essendone sprovviste quelle  di Mazara. Non ho competenze giuridiche, né sociologiche tanto meno antropologiche per potere avventurarmi in un dibattito o in  una disanima del testo in questione. La mia curiosità era limitata su come l’esperto per il multiculturalismo e la multietnicità, ( quest’ultima è una parola che giudico priva di senso ), che il sindaco Cristaldi ha fortemente voluto  perché collaborasse con la sua amministrazione, avrebbe affrontato e secondo quale prospettiva avrebbe analizzato la realtà degli immigrati tunisini a Mazara. Quali i punti di forza e quali le questioni irrisolte, come e quali iniziative il prof. Fouad Allam avrebbe proposto per dare sostanza a quella strategia dell’integrazione che appare agli  esperti osservatori ancora incompiuta.  Sulla questione,devo dire che grande è stata la mia delusione.  Ho tratto l’impressione che non l’enclave tunisina né  i suoi rapporti e la sua interazione con  gli autoctoni sia stato l’obiettivo del saggista algerino. Quelle poche considerazioni scritte in quelle due pagine mi sono sembrate una sorta di piaggeria verso il sindaco di Mazara, al punto da arrivare a raffigurarlo come “un nobile dignitario normanno”: così come facevano un tempo i cantori di corte nel declamare le “gesta e la magnificenza del signore”. Un quadretto volto più a soddisfare la vanità  che a descrivere la realtà. E in questo campo, Fouad Kaled Allam mostra tutta la sua abilità di scrittore di racconti fiabeschi; ed è nelle favole che sapientemente ripaga la magnificenza del suo generoso sindaco: leggere . Aladino, sul tappeto volante per trovare la speranza ".


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