Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

mercoledì 25 gennaio 2012

Io non sto con i forconi




Girolamo è un giovane ingegnere manager di una modernissima azienda ad alta specializzazione tecnologica, situata in un paesino sperduto della Sicilia di Sciascia. Egli ogni giorno,per scelta sua. si sobbarca 160Km per raggiungere l’azienda in cui lavora da casa sua. Non  vi sono collegamenti pubblici né ferroviari. Impiega 1 ora e quarantacinque minuti quando non trova traffico. Lo stesso tempo impiega al  rientro a casa,di tarda sera. A suo carico le spese di carburante che non gli vengono rimborsate dall’azienda e che incidono significativamente sul netto dello stipendio. Lo sciopero dei forconi non gli ha consentito di fare il pieno di carburante e di potere ritornare a casa e così l’ingegnere è costretto a dormire in un albergo di un paesino prossimo al luogo di lavoro per una settimana. Tutto a spese sue naturalmente. Intanto l’azienda,unica realtà economica di quel territorio desolante, abbandonato dagli uomini e dalla speranza,direbbe Sciascia, è costretta a mettere in cassa integrazione 80 operai perché non arriva materia prima da dieci giorni.
 Giovanni è un medico primario,responsabile di U.O. dell’ospedale di Marsala. Ogni mattina parte da Mazara con la sua macchina. Il blocco del movimento Forza d’urto ha lasciato a secco le stazioni  di servizio. Non ha più carburante,ma deve recarsi in ospedale perché quella mattina ha degli interventi  seri da fare,ne va della salute dei suoi pazienti. Non può permettersi di fare una coda di tre quattro ore per rifornirsi di carburante. Quella mattina ,alle sei,telefona ad un amico se può prestargli la sua auto, che ovviamente la mette a sua disposizione.
 Claudia è una bambina di 1 anno,ha bisogno di latte e biscotti per la sua crescita. I supermercati sono vuoti,la madre è disperata,non sa dove trovarli. Per fortuna qualche busta la trova in farmacia,ma il costo è triplo del normale. Il papà di Laura è in cassa integrazione e la mamma casalinga.
Giacomo è un piccolo proprietario di una azienda di mezzi  di movimentazione. C’è bisogno di due suoi cingolati per svolgere un lavoro urgente. Non gli viene consentito di fare uscire i mezzi. Riceve anche delle strane telefonate. E’ costretto licenziare gli 8 operai per una settimana o  fino a quanto la situazione non diventerà normale.
 Pietro è un piccolo imprenditore edile costretto a chiudere il cantiere per mancanza di materiale. I suoi tre operai rimangono senza lavoro.
Questa mattina,alle ore 10,45,ho appena assistito ,diciamo così,ad un fermo e convincente invito da parte di un posto di blocco di questi, non so come definirli, " Bravi camionisti ", di alcuni tir che trasportavano derrate alimentari,all'uscita della A 29, svincolo di Castelvetrano. Alcuni di loro hanno aperto lo sportello della cabina e sono saliti a bordo,obbligando gli autisti a parcheggiare i grossi mezzi in uno spiazzale sterrato,accanto a decine di altri tir. In quel territorio di Matteo Messina Denaro non è consentito tuttora a nessun mezzo di passare. Tutto è bloccato. La polizia sta a guardare. Se questo non è sequestro è sicuramente un modo di tenere in ostaggio mezzi e uomini.
Caterina ha la madre ricoverata  nel reparto di chirurgia dell’ospedale distante da casa quaranta Km. L’anziana donna ha bisogna dell’assistenza della figlia che non può raggiungerla per mancanza di carburante.
 La chiamano rivoluzione sociale. Io la definisco azione delinquenziale. E’ una lotta contro chi non può difendersi,contro i più deboli,contro le persone oneste. Tutto quel che sta accadendo non è una rivoluzione sociale,è soltanto macelleria sociale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nemmeno io sto con i forconi. Chi usa l'auto per lavoro in sicilia, cioè più del 90% dei siciliani, subisce gli stessi danni degli autotrasportatori dall'aumento del carburante, ma ad un insegnante, un medico, un rappresentante, un libero professionista e via dicendo non verrà mai in mente di organizzare blocchi stradali. Né, mi sembra, i promotori della protesta supportano istanze che non siano soltanto loro proprie. Intanto il carburante è aumentato, e di parecchio, con la scusa degli scioperi..e, sapete com'è "i prezzi salgono in ascensore, ma scendono a piedi"..grazie, forconi...
valenziano

Anonimo ha detto...

Io sto con i forconi, non sempre si può sbagliare se sbaglio si può chiamare protestare per disperazione. Comunque i Forconi anno capito che per combattere i leoni bisogno entrare nella fossa dei leoni. Un detto siciliano dice (pi curari u muzzucuni ro cani ci vole u pilu ro care) per curare il morso del cane ci vuole il pelo del cane. I forconi per dare una svolta a questa Sicilia anno scelto la via politica è ora sta a Siciliani Forconi e non Forconi tutti coloro che di questo sistema ne soffrano e che non fanno parte dei privilegiati di questo sistema (credetemi ce ne sono tanti in Sicilia che ci vivano bene), votiamoli di sicuro le leveremo della strada con la quale possono fare solo male ai Siciliani, ma mandiamoli da leoni forti e guerriti nella fossa dei leoni, più saranno meglio è, vediamo se siamo veri Siciliani. RAF