Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

domenica 23 settembre 2012

Candidati giovani,politica vecchia.




Nemmeno il verbo rottamare riesce a svecchiare la politica siciliana. Tanti i candidati giovani ma con poca probabilità di realizzare il proprio sogno,e tanti,troppi i candidati appartenenti alla categoria dei soliti noti. La fanno da padrone gli ex, sindaci, presidenti di provincia,assessori e via proseguendo. Tutte facce note, tutti pronti al grande balzo.
 Alcuni relativamente attempati negli anni,altri cronologicamente più giovani,ma tutti tenuti insieme da un minimo denominatore comune:la vecchiezza del linguaggio,sempre lo  stesso,vacuo, fumoso, generico, inconsistente, approssimativo, privo di idee, di soluzioni, di proposte,avulso dalla realtà,dalla quotidianità,dalla normalità. Ecco un esempio di linguaggio che sa di minestra riciclata,scondita,insapore e scipita:” La Sicilia è a due passi da quella terra che ha dato molto alla nostra storia e alle nostre civiltà. Adesso dal patrimonio storico ereditato c'è da creare un modello economico e sociale: in pratica un nuovo modello di sviluppo che consenta alle popolazioni rivierasche di avere precisi riferimenti ed alla Sicilia il vantaggio di essere guida e tramite per l'avvicinamento del vecchio continente al mondo nuovo che sta nascendo in Africa.” A  parlare in questi termini non è un politico navigato e scilipotiano,ma un giovane trentenne candidato di destra,uno dei tanti novelli Atlante sulle cui spalle dovrebbero gravare le sorti delle prossime generazioni,comprese la sua. Il quale,passando a temi di natura economica,tanto per mostrare le sue competenze,se ce ne fosse bisogno, propone il suo pensiero:” Sarebbe il caso che la politica regionale siciliana lavorasse per un nuovo sistema economico ed occupazionale diverso, basato sulle cose che possediamo e costruendo fabbriche compatibili con le nostre materie prime che sono quelle che la natura ci ha regalato: il sole, il mare, la storia, i beni artistici, la gente.”Immagino come saranno entusiasti di tale progetto i cassaintegrati, gli esodati,i licenziati, i disoccupati,i precari,gli inoccupati,e soprattutto i giovani suoi coetanei in cerca del primo lavoro.
Ma il meglio di se il candidato lo dà nel campo socio antropologico,e lo spunto gli viene dato dal governo della sua città:” A Mazara del Vallo c'è chi crede fermamente in questo e la Città si sta attrezzando per svolgere un grande nuovo ruolo destinato a cambiare il volto e la stessa funzione di Mazara. Incontri con imprenditori provenienti da ogni parte del mediterraneo si amplificano e diventano stimolo anche per allacciare rapporti nel mondo della cultura e di quell'ambiente che si ribella alla staticità ed agli equilibri del mondo che i potenti della terra non vogliono toccare, immaginando che gli altri, tutti gli altri, debbano accettare regole e condizioni che siano orientate al mantenimento delle cose attuali, senza tenere conto che così il mondo si sta spegnendo nel sonno fuggendo dall'ambizione, dal dialogo, dalla cultura degli altri, dall'essere abitante di un pianeta dove non ci siamo soltanto noi.”
Un linguista scriverebbe tomi su questo tipo di linguaggio nebbioso,arzigogolato,doroteo.
Di tutta la vischiosità,la degenerazione,il ciarpame che ha risucchiato in un vortice di melma l’intero sistema politico,nessun accenno. Degli sperperi,dei privilegi,dei parentadi,dei partiti trasformati in mignatte di pubblico denaro, che per decenni hanno relegato la Sicilia tra le regioni più arretrate  economicamente e culturalmente, nascondendo la loro incapacità dietro il paravento di uno statuto anacronistico di autonomia speciale, nessuna traccia. Dei rapaci,degli scrocconi,dei famelici che hanno trasformato la politica a greppia dalla quale foraggiare la loro insaziabile bulimia di denaro,le loro perversioni,le loro godurie,i loro pantagruelici appetiti,il silenzio è totale.
Con tali premesse questa terra potrà mai cambiare?


  

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