Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 28 settembre 2012

Addio Michele Argentino, professore colto e poetico



 Philippe Daverio e Riccardo Agnello ricordano Michele Argentino, 64 anni, stimato professore di “Disegno industriale” alla facoltà di Architettura di Palermo
di PHILIPPE DAVERIO e RICCARDO AGNELLO
Profondo cordoglio e commozione per la morte improvvisa di Michele Argentino, 64 anni, stimato professore di “Disegno industriale” alla facoltà di Architettura dell'Università di Palermo. Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di un amico, Riccardo Agnello e quello di Philippe Daverio, critico d'arte e docente ordinario di "Disegno industriale" all'Università di Palermo.
Ricordo Michele studente, timido, intelligente, curioso. L'ho poi rincontrato professore, colto, gentile, ma sempre curioso. Era, Michele, un Siciliano che non riusciva a togliersi quell'aurea di isolano pigro, perso in lunghe meditazioni in riva al mare ma poi lo scoprivi diverso, quasi stacanovista, la sua strana flemma mal nascondeva travagli interiori per un futuro sempre incerto e per un presente di sogni agitati. Dolce Michele con bimbi aggrappati alle sue spalle e giovani alle sue parole. (RiccardoAgnello)

Michele Argentino, intellettuale e poetico, sognatore e progettuale, sicilianissimo nella complessa e intrigante contraddizione di questi termini. Quanti caffè abbiamo bevuto assieme, inventando scenari che ovviamente non avrebbero mai avuto alcuna opportunità di farsi concreti.
 Ma la speculazione mentale ha un suo valore intrinseco, in quanto è esercizio dello spirito propedeutico a scenari più degni. E in questo gioco Michele era maestro virtuoso. Il suo segreto stava nella capacità di pensare al mondo intero come ad una dimensione naturale, e di esprimere poi questo pensiero nel più stretto accento di Mazara.
Il suo cosmo non era limitato alla geografia, ma profondamente esaltato nella dimensione storica: le stratificazioni riportate attraversavano l’orizzonte della consapevolezza come frecce diagonali. Gli dobbiamo tutti segnalazioni di libri e di testi che nessuno mai avrebbe potuto immaginare lui scoprisse. Gli dobbiamo suggestioni di fantasia creativa che solo chi partecipa ad altre dimensioni del gioco della vita può stimolare. Gli dobbiamo il sorriso disincantato dell’ironia greca, l’occhio acuto del marinaio fenicio. Gli dobbiamo il calore e la franchezza dell’amicizia intelligente. (Philippe Daverio)

28 settembre 2012
Pubblicato da Balarm.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Addio. Se ne andato veramente troppo presto. Ci mancherà.
valenziano