Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 22 febbraio 2016

Il congresso del PD

(foto Roberto Rubino)
Mai come questa volta i numeri hanno un significato insignificante. La percentuale con la quale è stata eletta la nuova segreteria del nuovo Pd che dovrebbe produrre una nuova politica a Mazara per avviarla su un nuovo corso verso un nuovo futuro, appare inoppugnabile e la partecipazione del pubblico sembra foriera di speranze per un partito per troppo tempo rimasto allo sbando, in balia di se stesso e delle sue contraddizioni.
Ma veramente tutto quel che si vuol fare apparire è realtà?
Soffermiamoci un momento sui numeri. Ad iscrizioni appena chiuse il nuovo circolo PD conta ben 427 neo tesserati, uno dei circoli più numerosi della provincia. Ci si aspetta una gran voglia di politica, di ricominciare, di partecipazione dopo una lunga pausa di torpore e di catalessi. Quel tesseramento rappresenta una notevole insufflazione di ossigeno in un organismo in stato di asfissia Tanti giovani, se così si possono considerare i quarantenni entrati di forza nel partito. Tanta linfa apportata da formazioni politiche trasversali, segno che il partito della nazione si forma nelle periferie, tanti osservatori e un parterre delle grandi occasioni con sindaci e codazzi a portare i saluti istituzionali dopo un inno nazionale cantato da una voce assai timida e un pubblico in piedi, in raccoglimento più che in corale partecipazione alle note di Mameli. Esaurita la passerella formale dei politici di turno che non possono fare a meno di fare notare la loro presenza, ne va della propria esistenza, il congresso entra nel vivo con la relazione delle due mozioni contrapposte, una di maggioranza e una di minoranza, come nelle più classiche delle partite di democrazia. A tenere le due lectio magistralis di politica i due candidati alla segreteria non prima di essere stati preceduti dal mea culpa del segretario uscente, che da capro espiatorio, assume su di se le responsabilità della debacle delle trascorse elezioni amministrative. Un gesto coraggioso, eroico, un martirologio politico, come si conviene in quei partiti per bene che della democrazia e dell’autocritica ne fanno un simbolo, un nome e una bandiera.
L’Ecce Homo si fa da parte, non prima di avere dato prova di incondizionata fedeltà al suo mentore. Nessuno grida il “ crucifigge”, il martirio è già avvenuto. L’esposizione delle due mozioni appare stantia, vaga, generica, fumosa e vuota di contenuti, come hanno insegnato i dorotei democristiani. Nessuna analisi politica, nessuna ricerca introspettiva della propria essenza di partito, come se niente fosse successo, con la velleità di costruire il futuro proprio a partire da questo niente. Come se da quel 27 ottobre 2013 non fosse successo niente. Eppure quel pomeriggio di tre anni fa ne erano volati stracci!
Non si lesinano gli applausi e gli squilli di tromba da destra e da sinistra. Nell’aria aleggia una calma di rassegnazione, un clima sereno. È il segno dell’accordo tra King Giorgio e l’ex avversario del precedente congresso. Teresa Diadema, nomen omen, sarà incoronata segretaria. Son tutti felici, le vestali hanno avuto la vittima sacrificale, adesso si può dare fiato alle trombe. Sono i prodromi di un sindaco donna per la prima volta nella storia della città?
I risultati parlano chiaro. Il 76% di preferenze alla neo segretaria, il 24% all’avversario. Soffermiamoci un momento sui numeri. I voti congressuali sono stati 278, molto ben al di sotto degli oltre quattrocento aventi diritto. Ne mancano un bel numero per un congresso in cui si inneggia alla voglia di partecipare alla politica. Il 35% ha preferito astenersi. Non è un bel segnale. Come interpretare questo entusiasmo affievolito?
Ma il vero congresso si svolge fuori dal palco, tra le poltrone della platea. È lì che hai la sensazione del clima. I miei interlocutori non lesinano argomenti. C’è chi parla di giochi che potrebbero aprirsi tra qualche settimana con l’ingresso di nuove presenze nella scarna rappresentanza PD in consiglio comunale. Addirittura la stessa segreteria verrebbe messa in minoranza all’interno del neo formato gruppo democratico. Un problema di non poco conto. Un componente di spicco del PD si limita a far notare come “questo congresso non abbia alcun senso in prospettiva delle prossime amministrative in cui i partiti contano sempre meno e le liste civiche sempre di più. Gli ultimi sindaci, da vent’anni a questa parte sono stati espressione di liste civiche e non di partito, citando Crimaudo, Macaddino, lo stesso Cristaldi, nonché i loro avversari sconfitti, dalla Di Giovanni a Torrente. I destini della città e della politica non sarà certo questo congresso a segnarli”. Un esponente della vecchia guardia parla di accordi e “cornetti”, forse riferendosi al tavolo della stanza adiacente  ricolmo di vassoi con cornetti. Il linguaggio criptico continua con un altro esponente di primo piano che addirittura chiama in ballo la letteratura e Camilleri citando un personaggio il quale, alla domanda se avesse qualcosa da dire, risponde” che devo dire? Non ha visto che i due si sono guardati negli occhi?”
È nella platea il vero congresso. Segno di vitalità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ed allora, che cosa potrà avere significato? Che la segreteria va a colei che fu incoronata vice presidente del consiglio comunale dalla maggioranza cristaldiana? Che il congresso, che l'ultima volta si tenne presso un albero cittadino, stavolta s'è svolto presso l'ex cinema Diana, 'location' parecchio cristaldiana? E che il sindaco ha portato il suo saluto al congresso? Lo so, lo so...che c'entra...