Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

martedì 9 febbraio 2016

Unioni civili. Una crociata di retroguardia



Quanto sia strana e ipocrita questa politica ormai è sotto gli occhi di tutti. Ma ancor di più lasciano sconcertati alcuni interventi da crociata da parte di personaggi che ritenevamo, per la loro età e per il ruolo che hanno esercitato nel cristallizzare questo Paese in una posizione di retroguardia, si pensi al divorzio, all’aborto, alla fecondazione assistita, ai DICO, essersi ritirati alla contemplazione dello spirito in una prospettiva escatologica.
La stranezza di tutto ciò sta soprattutto nella mobilitazione di centinaia di piazze a manifestare, legittimamente, ma ipocritamente, in favore o contro il d.d.l. che regolerà le unioni civili delle coppie omosessuali. La disinformazione è tale da generare un calderone di giudizi e pregiudizi , seminare confusione nella gente, dividere il Paese in bianchi e neri, in puri e impuri, in probi e reprobi, in virtuosi e debosciati.
Il nocciolo della questione è la così detta stepchild adoptotion, un brutto termine anglofono che significa adozione del figliastro di uno della coppia da parte dell’altro partner. Poiché si tratta di coppie appartenenti allo stesso sesso, l’obiezione che viene posta da una parte è: l’adozione aprirebbe le porte all’utero in affitto; inoltre si degenererebbe il concetto naturale di procreazione che avviene attraverso ed esclusivamente tra sessi diversi. -Perchè un bambino possa essere adottato, affermano, occorre che la famiglia adottante sia composta da un padre e una madre e non da due genitori dello stesso sesso; una famiglia in cui manca la figura genitoriale di sesso diverso creerebbe disturbi nell’equilibrio della crescita del bambino, genererebbe delle diversità di relazione con i coetanei di famiglie “naturali”, introdurrebbe inevitabilmente alterazioni della personalità-. Siamo, come si vede, nel campo speculativo del pensiero in assenza di riscontri scientifici. Infatti, le opinioni, sul piano sociologico, sono contrastanti, ancor di più, se da parte di coloro che sono fermamente contrari, si riconosce che la tesi non è generalizzabile. La figura genitoriale naturalmente viene identificata con la mancanza di una madre nel caso di una coppia gay, mentre si è “più disponibili” a chiudere un occhio per una coppia lesbica.
L’aspetto centrale, quello del riconoscimento dei diritti dell’altro coniuge viene artatamente offuscato da ipotesi che si spingono al di là della stessa legge e che non sono previste o espressamente vietate come il ricorso dell’utero in affitto.
Si tratta, invece, nel riconoscere le unioni civili, di dare dignità alle persone, alle coppie omosessuali e a quei bambini che, comunque sia il metodo con il quale sono stati procreati, hanno diritto ad avere gli stessi diritti dei loro simili nati da coppie etero.
Cosa diversa, invece, è la pretesa al diritto di avere figli. Ma se questa possibilità la si lascia aperta alle coppie etero, difficilmente potrà essere non consentita alle coppie omosessuali, visto che l’orientamento giuridico internazionale va in questa direzione. Su questo punto, anche se con i soliti distinguo, il Paese reale è molto più avanzato e aperto rispetto alla politica; gli stessi cattolici non sono propensi a seguire la crociata del card. Ruini & C se all’interno della stessa Chiesa si riscontrano posizioni teologiche discordanti. A riprova di ciò le battaglie sul divorzio e sull’aborto che videro sconfitte le posizioni di retroguardia della Curia Romana e della politica ad essa molto sensibile.
La famiglia come comunemente la si intende, quella “tradizionale e naturale”, sembra ormai una questione non più dirimente, al contrario di quello che si vuol far credere, se essa viene sempre più percepita come superata nella realtà, soprattutto in un contesto di società secolarizzate. Né, tantomeno risulta credibile quanto si afferma, da parte cattolica, clero e laici, ovvero che il riconoscimento delle unioni civili condurrebbe, a breve termine, alla disgregazione della famiglia “naturale”. Lo stesso ritornello è stato declamato per il divorzio e per l’aborto. I fatti li hanno smentiti. Ma la politica di retroguardia, con i suoi giochetti del mezzo passo indietro o di uno laterale, non ha intenzione di stare al passo dei tempi né della ragione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io la vedo così. Un conto sono le unioni civili, un altro le adozioni. Ovviamente non per motivi religiosi o presunti 'morali'. Ma per un elementare individuazione del soggetto che s'intende tutelare. Allora, se si considerano le prime, questi sono i partners 'de facto' con i rispettivi diritti che s'intendono ampliare. Ma se si parla di adozioni, i soggetti da tutelare sono i bambini e bisogna muovere dai loro, di diritti, non da quelli di chi ambisce adottarli. Detto questo, Eugenio Scalfari ha liquidato la questione così: 'Meglio adottati da Dolce & Gabbana che abbandonati in orfanotrofio'. Valenziano