Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

venerdì 8 maggio 2009

La Politica e la cura delle parole

lezione di politica

Francamente ci si aspettava di più. Il battesimo televisivo della neo nominata candidata sindaco di Mazara, Dott.ssa Vinnuccia Di Giovanni, non solo ha lasciato perplessi, ma addirittura ha sconsolato coloro che, persino tra i suoi fan, si aspettavano dalla pupilla dell’ass. Russo elementi di novità originali in termini politici e progettuali. Una grande delusione per i curiosi, una conferma per chi non aveva fatto mancare critiche sulla scelta della persona imposta dall’ex magistrato. Le fanfare e le grida di giubilo che hanno accompagnato la discesa in campo dell’assessore Russo, nella politica della” sua piccolissima città”, vanno affievolendosi via via che lo stesso presenta i punti cardini del suo progetto. In verità nessuno ha ancora capito il progetto, il programma, le motivazioni politiche né le buone intenzioni di questa anomala ed estemporanea coalizione. Ancora più sconosciute rimangono le qualità di competenza, di esperienza politica, di professionalità e di capacità progettuale certificate, a scatola chiusa, dall’assessore alla sanità nei riguardi della sua candidata. Sembra che l’ex magistrato stia per giocare, sul tavolo da poker, una mano a buio, se arriva addirittura ad affermare che “sul progetto e sulla candidata è pronto a rimetterci la faccia”. La candidata dell’ex P.M è apparsa impacciata, incapace di esprimere con compiutezza e con chiarezza concetti elementari di programmazione e ragionamenti politici. Molto scarno, incerto,vuoto e generico il suo linguaggio. In difficoltà nel dare risposte alle domande semplici dell’intervistatore, ha dovuto cedere quasi sempre la parola al suo mentore, apparso anch’egli fumoso nell’illustrare il suo progetto politico, impacciato e infastidito allorquando gli si è fatto notare l’incomprensibile e strana alleanza con la potente corrente giammarinariana. L’assessore Russo è sembrato arrampicarsi sugli specchi nel descrivere le capacità della sua pupilla, nel richiamarsi, questo si che è disarmante, alle sue qualità di buona madre di famiglia, alle di lei capacità dimostrate nel gestire la farmacia dell’ospedale, ai ricordi della brava e affettuosa compagna di classe. Si è trovato più a sua agio, l’assessore, a parlare di febbre suina e di riforma sanitaria. Ma non si può impostare un dibattito politico su questi temi. L’uso delle parole è essenziale in politica, chi non ne fa un buon uso o un uso limitato interrompe il filo di comunicazione con la gente. Le parole rappresentano il mezzo che permette il dialogo tra le persone; è attraverso di esse che vengono mandati messaggi che possono essere recepiti o respinti. Delle parole non se ne può fare a meno e pertanto il loro uso deve essere oggetto di particolare attenzione e cura: per numero e qualità. Il numero delle parole conosciute dai candidati ne identificano l’immagine, le capacità, le idee: più sono le parole che essi conoscono maggiore è la loro capacità di dialogo politico; da esse dipende anche l’assegnazione degli incarichi di responsabilità nel governo della cosa pubblica. Meno parole si conoscono, meno idee si hanno, minori sono le capacità di cogliere i bisogni e le possibilità di dare loro una soluzione. Il secondo aspetto è la qualità della parola. Le parole non devono essere ingannatrici, evanescenti, fumose, generiche, esse devono essere dirette, precise, chiare, univoche, prive di emozioni. Bisogna lasciar parlare le cose , quello che si intende fare, attraverso le parole. Esse devono rispettare il concetto, non lo devono corrompere, tanto da far sentire tuttora attuale l’ammonimento di Socrate:”Sappi che il parlare impreciso non è soltanto sconveniente in se stesso ma nuoce anche allo spirito” (Fedone). Ha molto da studiare e da imparare la candidata sindaco insieme a qualche suo candidato avversario, ma il tempo scorre implacabile.


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