Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

martedì 19 maggio 2009

“Una città immobilizzata nel ricordo della sua storia”

Non è usuale postare un articolo scritto in risposta ai commenti. La regola da seguire è quella della moderazione. L’eccezione è dovuta ad una frase che Francesca Petruccelli ha scritto in un suo commento e che costituisce il titolo della presente riflessione. La città è Mazara, non intesa come “inclita Urbs” ma in senso socio antropologico, in cui i cittadini vivono di ricordi, sognano il passato , non si accorgono del trascorrere del tempo e del sopraggiungere degli eventi. E’ questo il vero problema, cara Francesca. Chi è che immobilizza la Città non sono gli intellettuali nostrani, come tu li definisci. Al contrario. Essi amano la città, conoscono la storia di ogni suo angolo. di ogni sua pietra, di ogni sua viuzza, di ogni suo vicolo, e soffrono nel vederla avviata lungo un declivio. Non faccio nomi, ma qualcuno è ben noto a Francesca; nei loro confronti nutro una profonda stima. Semmai è il contrario. Questa città, nel corso del suo sviluppo economico, non ha conosciuto fasi di transizione, soltanto repentini cambiamenti di status economici finalizzati alla trasformazione del profitto in beni futili, la villa al mare, la seconda casa ai figli, la macchina di grossa cilindrata, il fuoristrada, la cementificazione incontrollata, l’acquisto in via dei Condotti, a Roma, di abiti griffati, tutto all’insegna del “ carpe diem”.Nessun progetto, nessun investimento che portasse occupazione e sviluppo. Una classe armatoriale in gran parte responsabile dell’impoverimento ittico del Mediterraneo attraverso la continua costruzione, attingendo ai fondi pubblici, di pescherecci d’altura di grande stazza inadeguati ad un mare che al contrario diventa sempre meno pescoso. Una evasione fiscale della quale se ne sconoscono le proporzioni, una produzione ittica di cui non esistono certificazioni,( non per niente è il più grande centro peschereccio del Mediterraneo privo di un mercato ittico).Una città dove pastori e vaccari sono diventati titolari di imprese edili, dove imbianchini sono diventati imprenditori o consociati a interessi legati alla sanità, dove infermieri con lo stipendio di 1000 Euro al mese girano in mercedes, dove ex impiegati di concetto sono diventati imprenditori miliardari, albergatori, palazzinari, tutto nella piena legittimità: Una città che è stata e continua ad essere, la campagna elettorale in corso lo conferma, meta di scorrerie politiche, di neocolonialismo clientelare, di assistenzialismo, responsabile principale dell’arresto delle dinamiche produttive, della diseducazione delle menti all’esercizio della fantasia, delle abilità, della creatività .Altro che città immobilizzata nel ricordo della storia. Paradigmatico a tale proposito il controllo della politica da parte di personaggi privi di cultura, i quali hanno sacrificato e sostituito l’estetica con la bruttura, la diligenza con la mediocrità, la competenza con l’ignoranza. Francesca accusa implicitamente gli intellettuali di stare a guardare, di trincerarsi in silenzio nel guscio del proprio snobismo culturale autoimmunizzante e che li fa sentire in una condizione di estraneità e di isolamento a casa propria, allo stesso livello di una casta di paria. E’ forse alla cultura che bisogna addebitare la smodatezza dei comportamenti, la disattenzione alle regole, la omologazione dei costumi, l’appiattimento del pensiero creativo, oppure ai modelli sociali imposti dalla mass- medializzazione che la politica, attraverso menti illuminate, dovrebbe correggere? Come correggere simili distorsioni? Non certo facendo venire da fuori persone aliene alla città o che di essa hanno una conoscenza parziale, seppure pregni di affetto e amore per la terra dei loro genitori. Non sono le idee che mancano ma la volontà di affrontare, capire e risolvere i problemi. Cosa possono fare gli intellettuali? Certamente non starsene da parte ma partecipare al dibattito; per far ciò devono avere il coraggio di liberarsi dai tentacoli del pregiudizio ideologico. In questo momento il loro silenzio è assordante. A Luciana mi limito a dire che quelle persone a noi tanto care, non solo nel ricordo, non tollererebbero una mancanza di posizione netta e sincera da parte nostra. Essendo da tempo disincantato dalle ideologie, non posso non fare una scelta, l’unica possibile al momento per questa città .


3 commenti:

Gianfranco Casale ha detto...

Ho letto il post con interesse e considero l'analisi corretta e sensata. Non posso dire però di essere d'accordo con la soluzione, in quanto i tre principali possibili "primi cittadini" hanno un'utenza considerevole nel mondo della pesca e in particolare sono legati, in maniera più o meno solida, a quella classe armatoriale che tanto si ammonisce, a buon titolo, per l'immenso elenco di scorrettezze e nefandezze compiute nel passato e nel presente. Mi meraviglio sempre di più di come non esista un vero sindacato dei pescatori maltrattati e malpagati, di come non ci siano indagini sui bilanci e sulle assunzioni delle imprese della pesca negli equipaggi, di come lo stato sia assente in un sistema corrotto come quello economico mazarese. Non si può scegliere sempre il "meno peggio" perchè della nostra città dobbiamo desiderare solo "il meglio". Proprio per questo, come spiegato anche nel mio blog, non eserciterò il mio diritto di voto; a malincuore rispetto all'amore che nutro per la mia città.

Anonimo ha detto...

Ad un certo punto lei dice: "tutto nella piena legittimità", ma ne siamo davvero sicuri?
non solo, ma nel suo post, che trovo peraltro molto bello e condivisibile, non cita nemmeno di sfuggita le parole "mafia" e "corruzione".
Come mai?
Cosa ne pensa della promozione di Truglio, già amministratore della Belice Ambiente, che a quanto pare sarà collocato da Massimo Russo a dirigere qualche organismo regionale?

francesca Petruccelli ha detto...

caro luigi dal momento che a un commento personale rispondi nel tuo blog citandomi con nome e cognome, ti prego di pubblicare la mia replica integralmente.
In risposta al tuo post del 15 maggio, dove lamentavi la scelta di candature di ex calciatori ecc.lontani dalla realtà di Mazara, ho ribadito che tale principio non ha nessun fondamento. Ho difeso l'amore per mazara anche in chi ne ha solo le radici familiari e pensa di dare il suo contributo politico, avendo già svolto questo ruolo in una città capoluogo di provincia. E' un concetto legato al senso di "appartenenza" di chi sceglie un luogo dell'abitare, del vivere e dell'impegno. Chi guarda Mazara da fuori ne ha uno sguardo diverso che forse può essere più proficuo nel produrre uno stimolo al cambiamento. Almeno me lo auguro. Quando ho parlato di intellettuali nostrani non ho detto quello che mi attribuisci sull'immobilismo, ho parlato di estraneità. Anch'io mi sento un'intellettuale nostrana, pur abitando al Nord e alla politica mi sento estranea. Ho sicuramente sbagliato a scrivere vivono di ricordi, dovevo scrivere viviamo, perchè anch'io non sfuggo al vezzo di scrivere se non di ricordi.
Non ho gradito l'essere stata usata a pretesto per la tua riflessione, l'ho sentita manipolativa delle mie intenzioni. Confidando nelle tua onestà intellettuale ti saluto cordialmente.
P.S. sei informato che un mazarese è candidato a sindaco di Firenze?
***
Come vedi, cara Francesca, pubblico volentieri la tua precisazione.
Ti ho citata, e non vedo niente di male in ciò, perché nel commento quella tua frase, che è servita per dare il titolo al post, l’ho ritenuta intellettualmente molto stimolante per una riflessione su quello che sembra essere diventato un luogo comune. Lo so che non è il tuo caso. Hai ragione nel dire che “ chi guarda Mazara dall’esterno ha una visione diversa” ma non ha la conoscenza peculiare, parcellizzata della realtà, molto complessa anche per noi che la viviamo. Non ho nulla contro ex calciatori o ex generali, sono,però, molto contrario ad una moda che sta prendendo corpo in Sicilia, lo Sgarbismo, come se questa terra fosse priva di intelligenze e creatività propria. Inoltre, da lontano non ci si rende conto della strumentalizzazione che mediocri politici portano avanti nell’indicare persone estranee alla realtà, e che quei nomi sono stati strumentalizzati a fini propagandistici.
Per quanto riguarda al candidato sindaco di Firenze, seguo il percorso politico dasempre, ci teniamo in contatto, anche perché lo considero, essendo amico dei miei figli, una persona di famiglia.Alfonso
Un caro saluto. Luigi