Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

martedì 26 maggio 2009

Uno scatto di dignità

Molte sono le motivazioni che portano, questa volta, ad andare a votare, e nessuna di esse è ideologica Chi scrive, avendo accumulato esperienza e conoscenza, presume di appartenere a quella categoria di persone disincantate, parzialmente immuni da pulsioni ideologiche, conoscitori della realtà politica, culturale e socio economica locale. La nostra generazione non è esente da colpe: tra queste vi è quella di avere abdicato troppo presto alla politica, quella piccola, locale, che nella sua limitatezza rappresenta gran parte del cosmo esistenziale di ciascuno di noi. La riflessione si fa ancora più amara se si considera che tale generazione è stata testimone e attore dei grandi cambiamenti epocali rispetto alle generazioni precedenti o alle più giovani attuali; essa è stata, la più felice, quella che si è inserita agevolmente nel mercato del lavoro, risultando la meno esposta alle incertezze della globalizzazione. Una condizione di privilegio che forse ci ha reso distanti, elitari rispetto all’odierna omologazione dei comportamenti e della cultura. Ci siamo tanto rinchiusi nel guscio della nostra condizione di assoluta agiatezza e ci siamo talmente estraniati dalla vita politica attiva da non accorgerci di avere abdicato ai nostri doveri fondamentali. Così facendo, abbiamo delegato al governo della città politici privi di progettualità e di fantasia, inadeguati e impreparati ad affrontare problematiche serie e di grande prospettiva, i quali hanno sacrificato e sostituito l’armonia con la dissonanza, la volgarità con la discrezione, la diligenza con la mediocrità, la cultura con l’oscurità. Tutt’ora assistiamo indifferenti e rassegnati al procedere della nostra società verso l’omologazione, fenomeno che riguarda molti livelli dell’esistenza, dai consumi di massa alla cultura di massa, senza preoccuparci delle condizioni di graduale perdita di identità e di valori che lentamente la nostra società stava dissipando. Occorre: riacquistare la dignità e il senso dell’orgoglio smarrito se si vuole recuperare ciò che ancora non è irrimediabilmente perduto; riconquistare quell’autonomia politica che da troppo tempo è stata carpita; risvegliare le energie sopite; stimolare e far sognare le giovani generazioni attraverso idee e progetti ambiziosi. Solo le menti aride non sognano, ma è con i sogni che si dà un senso al futuro. Ad analizzare uno per uno i candidati alla carica di primo cittadino, fatta eccezione di uno solo, si scopre un vuoto culturale enorme. Progetti improvvisati ed estemporanei, privi di studi di fattibilità, non strutturati, non ancorati ai reali bisogni della collettività. Un insieme caotico di proposte fumose, appiattite nella genericità più disarmante, contraddittorie tra le loro premesse e le loro finalità. La scelta non può più essere ideologica, ma autenticamente culturale. Siamo chiamati a scegliere tra la cultura che dà speranza e l’incultura che sviluppa disastri, tra l’originalità e la piattezza, tra le proposte indeterminate e quelle circostanziate. Occorre che ciascuno di noi ritrovi il coraggio di liberarsi dai condizionamenti incancreniti e dai retaggi vetero -ideologici; occorre riscoprire la capacità di indipendenza di giudizio derivante dalla propria onestà intellettuale. E’ in ragione di tale analisi che ritengo l’On. Nicola Cristaldi un candidato autonomo e autenticamente“originale”: originalità che non deve essere concepita come una stramberia, amore estetizzante per se stesso, ma come capacità di dare inizio, origine ad un progetto, ad un rinnovamento che produce vita nuova e combatte la passiva e ignorante ripetitività quotidiana.

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