Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

mercoledì 23 marzo 2011

La sindrome del " Posto al sole "


E’ la mancanza di una seria e credibile politica estera che ancora una volta mostra una Italia fare sfoggio di doppiezza diplomatica. Solo pochi mesi fa avevamo firmato un trattato di amicizia che ci imponeva di non fare mai la guerra alla Libia; inoltre i due paesi si impegnavano a non consentire l’uso del proprio territorio ad altri che stessero compiendo atti ostili nei confronti di uno dei due. Invece, nel giro di pochi giorni, siamo passati dal «non voler disturbare Gheddafi» all’accodarci alle strategie belliche fatte da altri. Ancora una volta è “la sindrome del posto al sole “ il male di cui soffre l’Italia. Nel 1911, con il governo Giolitti, ci avventurammo in una inutile impresa coloniale della quale ci portiamo ancora dietro il senso di colpa nei rapporti bilaterali con l’ex colonia; adesso,incuranti dei decenni di politica di ravvicinamento, di mal di pancia subiti in nome della real politica, ricadiamo in preda alla stessa sindrome dalla quale non siamo mai guariti. Semplicemente che il sole non c’è e siamo alla ricerca di almeno un “ posto “. Quello che ci spingeva ieri continua a spingerci anche oggi, l’ ossessione di fare parte del gruppo di testa, sempre e comunque, anche solo per dimostrare che “l’Italia conta”. Questa ambiguità di politica estera ha declassato di fatto il ruolo che l’Italia avrebbe dovuto avere nel Mediterraneo, ruolo preminente alla luce degli avvenimenti avvenuti in Tunisia e in Egitto e che aveva come obiettivo strategico il recupero di Gheddafi al mondo occidentale, attraverso una mediazione, che non apparisse, come invece è stato, un eccesso di sottomissione e di accondiscendimento ai capricci e alle stravaganze del raìs libico. La disinvoltura con la quale tale compito è stato portato avanti dall’attuale governo ha raggiunto il massimo dell’imbarazzo, a livello diplomatico, per i rapporti personali tra Berlusconi e Gheddafi suggellati dal “ baciamano “ al colonnello libico. Disappunto che hanno indotto la Francia, gli Usa e la Gran Bretagna a relegare il nostro Paese tra quelli inaffidabili e privi di credibilità politica. La stessa decisione di dare alla Nato un ruolo tecnico e non politico, e di accontentare l’Italia assegnandole un ruolo "di primo piano" nella missione della Nato per il rispetto dell'embargo delle armi,  e con  il comando della componente marittima, conferma la sfiducia che Francia, Inghilterra e Usa nutrono, sul piano politico, nei confronti della politica estera del nostro governo. Ma per Berlusconi, Frattini e La Russa ciò che conta oggi più che mai non è il rango, ma l’esserci.

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