Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 21 febbraio 2019

Candidati sindaci in “parasonnia”




La parasonnia è un disturbo del comportamento del sonno durante la fase REM, e tra tali disturbi vi sono gli incubi.
La politica da sempre ha sofferto di parasonnia, e sembra che a Mazara del Vallo, tali comportamenti indesiderati della fase del sonno, colpisca soprattutto esponenti di destra,di quella estrema.
Resta negli annali della politica locale quel “ Signor presidente, signori consiglieri, questa notte ho fatto un sogno” che un esponente del MSI fece durante un suo intervento in consiglio comunale, e che suscitò tanto interesse e attenzione da parte degli addetti ai lavori. La rivelazione del sogno interessò la cittadinanza solo marginalmente. Allora la comunicazione era cartacea e non vi erano i social. Si era nel secolo scorso.
Oggi, a distanza di tantissimi anni, lo stesso disturbo, in forma di incubo, di terrore, simile al Pavor nocturnus infantile,  ma assai più devastante, si manifesta ancora una volta nella politica locale.
A soffrirne sempre un consigliere comunale di destra,  candidato sindaco a nome della Lega Nord di Salvini e  del movimento politico "Italia Madre" di Irene Pivetti. Due campioni di “prima gli italiani del nord”.
E poiché l’informazione sulla carta stampata non va più  di moda, ecco che il giovane candidato Giorgio Randazzo, ex pupillo di Cristaldi, consigliere comunale e grande esperienza di bagnino, così si legge nel suo curriculum, sente la necessità, come terapia di gruppo, di comunicare al popolo della rete, attraverso i social, la sua parasonnia e i suoi ricorrenti incubi.
Racconta di tre notti insonni che ne  mettono a dura prova la stabilità psico fisica, comunica alla rete la sua  angoscia, le sue ossessioni,  sogni pieni di tormento, in uno scenario che descrive in modo analitico e assillante  essere una città del mediterraneo simile alla sua Mazara del vallo. Le scene, i personaggi, le cospirazioni, gli intrighi, le complicità, si svolgono tutte in una sorta di Second Life, in una città gemella, abitata dagli avatar dei personaggi politici della sua Mazara.
“Ma non è Mazara” ripete in maniera assillante, come un lavacro, ricorrendo al classico scudo protettivo  di autoassoluzione.
Così, in modo sincopato, con voce tremolante, con movimenti del corpo che mettono a nudo tutto il  suo dramma e  le sue frustrazioni da elezione, il giovane candidato sindaco chiede di essere esorcizzato dai suoi incubi ricorrenti. Anche in Second Life,racconta, si svolgono le elezioni amministrative, e in quella quarta dimensione, la narrazione è un susseguirsi di intrecci,di sotterfugi, di connivenze, di compiacenze che non si possono percepire nel mondo reale.
Sembra di muoversi secondo uno schema narrativo tipico  del mondo kafkiano, in cui, le ombre di personaggi senza volto, ciascuno con un proprio ruolo, millantatori di cariche pubbliche, assessori in pectore, candidati sindaci, associazioni, imprenditori, massoneria e chiesa deviata, tutti legati in una consorteria che ha il solo fine  di fagocitare le ricchezze del territorio per soddisfare la propria bulimia di potere. 
 Non poteva mancare la regìa di un Grande Fratello al cui occhio nulla sfugge, e dall’alto del suo osservatorio privilegiato, ha il controllo totale del pubblico e del privato.  
Il racconto delle proprie inquietudini continua in modo generico, con ampie sfocature delle immagini dai contorni poco nitidi.
Poi il risveglio e la necessità catartica di condividere il suo stato emotivo e la sua prostrazione.
Che dire. Consigliamo al giovane candidato sindaco di fare un uso più frequente di tisane rilassanti per contrastare lo stato di nervosismo, di ansia  e soprattutto di stress da elezione.


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