Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 26 marzo 2020

Cosa ci sta insegnando questo virus?


 Bergamo.Il vescovo e il sindaco alla benedizione delle ceneri dei deceduti

Cosa ci sta insegnando questo virus?

 Che ci eravamo illusi di avere cresciuto una generazione di giovani superman, autonomi, temprati alle difficoltà e alla vita solitaria dello studio, di intelligenze superiori, di giovani brillanti, forti, coraggiosi, competenti, migliori di quanto lo siamo stati noi alla loro età. Poi il virus ci ha dato una sberla formidabile. Quei giovani viziati a mojito, sushi, sushimi e apericene al primo segnale sono scappati, impauriti, per andare a rifugiarsi tra le braccia della mamma e della nonna. Le conseguenze le conosciamo. Anche loro non sfuggono all’umana paura. Fine di un mito. Cari genitori tenete conto di ciò prima di eccellere nello sperticare in elogi e vanterie i vostri figli.




Cosa ci sta insegnando il  coronavirus? 
La costruzione di storytelling.
Qualcosa che avevamo dimenticato e che pensavamo essere stata abbandonata nell’era dell' informazione globalizzata: la guerra di propaganda.
Così in questa narrazione si afferma il principio di causalità per cui un evento è preceduto da una causa. E questo principio è anche motivo di propaganda politica interna o esterna, al di là dell’obbiettività scientifica dei fatti.


Fa molto discutere un articolo pubblicato sul Global Times (magazine del Partito comunista cinese) in cui si suggerisce che l’epidemia potrebbe avere come origine l’Italia e non la Cina, come pensa il resto del mondo e molti cinesi e soprattutto la comunità scientifica.
Ma la guerra a suon di propaganda tra gli Usa e Cina diventa più virulenta del Covid19 , come scrive Asia news, se da entrambe le parti ci  si spinge ad enunciare l’ipotesi che il Covid-19 fosse il frutto di ricerche compiute da un laboratorio di Wuhan impegnato nello studio delle guerre batteriologiche. Ipotesi sostenute da giornalisti e da personalità politiche degli Stati Uniti, come Mike Pompeo, che definisce il virus “il coronavirus cinese”, o “di Wuhan”.
É il lieto motivo dell’amministrazione Trump con finalità ovviamente interne in vista delle prossime elezioni presidenziali.
 Immediata la reazione da parte di Zhao Lijian, portavoce del ministero cinese degli Esteri che ha scritto “Potrebbe essere stato l’esercito Usa ad aver portato l’epidemia a Wuhan… L’America ci deve una spiegazione!”. L’accusa appare legata alla partecipazione di membri dell’esercito Usa ai Giochi mondiali militari, tenutisi a Wuhan nell’ottobre scorso, che ha radunato rappresentanti da oltre 100 nazioni.




E se ciò non bastasse, negli ambienti del partito comunista cinese gira anche un motivetto malizioso di virus italiano. Ci risiamo con l'untore Italia. La solita storiellina che deresponsabilizza un governo che forse ha qualche cosina da farsi perdonare agli occhi del mondo e della comunità scientifica, nonostante abbia, in seguito, messo in campo una notevole macchina terapeutica , e si sia aperto alla condivisione delle informazioni.
Non potevano mancare le fake news sull’origine di questo coronavirus, se persino si rispolvera una  vecchia trasmissione televisiva della RAI che, rifacendosi ad un articolo di una delle più serie riviste scientifiche internazionali, Nature, rendeva nota  la creazione del virus in un laboratorio cinese.
E’ bastato poco perché la stessa notizia si diffondesse enormemente amplificata dai divulgatori scientifici formatisi nella Democratica Accademia di Scienze Superiori di FB. Bufala naturalmente riportata con grande evidenza dai media nonostante le autorevoli smentite del direttore di Nature e  della stessa Rai, sia degli stessi  scienziati, in quanto quel virus sintetico non aveva niente a che vedere con l’attuale Covid19 di origine animale. 




Cosa ci sta insegnando il cornavirus? 
Che esiste una realtà virtuale, una Second life, quella dei social, in cui ciascuno vive attraverso il propri avatar, destinato a combattere con altri avatar in una guerra di sciocchezze, falsità, cattiverie, insulsaggini, escrezioni linguistiche fatte passare per intemerate verità, per assolute certezze, per rivelazioni dottrinali.
Alcuni esempi: causa dell’epidemia la tradizione culinaria cinese che mangiano pipistrelli;
le mascherine proteggono dai virus,la barba lunga aiuta il contagio,mangiare aglio uccide il virus,il virus è un ceppo mutato di quello dell’influenza.
 Una vera infodemìa responsabile di generare paura e ansia nella popolazione. 
 
medici cubani. Ansa

 Cosa ci ha insegnato questo coronavirus? 
Una Europa senz'anima, indifferente e disattenta ai bisogni comuni, in cui la solidarietà è un concetto virtuale,una parola astratta,vuota,effimera,priva di sostanza, pregna d'ipocrisia. Un'Europa  manipolo di statarelli nevrotici, egoisti, ciascuno curante del proprio orticello, incapaci di avere un disegno comune, di tracciare una prospettiva nei momenti dei bisogni. Mentre in Italia arrivano in soccorso delle regioni profondamente colpite dal covid19,  equipe di medici volontari,accompagnati da presìdi sanitari, i cubani con i loro indumenti primaverili, i cinesi con il loro carico di mascherine e respiratori, i russi con i loro specialisti, nessuna bandierina europea viene sbandierata. Una vera e propria omissione di soccorso di cui si dovrà tenere presente e riflettere se vale ancora la pena ostentare una fede europea. Verrà il giorno in cui quest'Europa dovrà rendere conto delle sue responsabilità.




Cosa ci ha insegnato questo  coronavirus?

 Lockdown. Letteralmente blocco, e in senso esteso, blocco di tutte le attività non indispensabili con obbligo di dimora nelle proprie abitazioni al fine di limitare libertà di movimento e diritti personali. Un sacrificio, questa quarantena, che ci ha messo dinanzi a qualcosa che mai avremmo potuto immaginare. La solitudine.  Solitudine come percezione e come relazione affettiva. La nostra solitudine e quella degli altri. La solitudine intrisa di paura. La paura di non potere avere il contatto fisico con i figli, che genera panico per non potere più accarezzare i tuoi nipoti, i tuoi affetti più cari, di non potere avere contatti fisici con i tuoi amici, con le persone. La solitudine degli anziani resa più marcata dalla mancanza di conforto. Il lockdown deruba soprattutto i più deboli dell’ultimo contatto con i propri cari; fa morire soli, disumanizza l’uomo, lo priva del conforto della fede, dell’ ultimo commiato, del  funerale, anche il più intimo, annulla ogni espressione di  dolore,  trasformando l’uomo in un numero statistico o in un anonima urna cineraria, come se in questo mondo non ci si  fosse mai stati.
Ecco questo e altro ci sta mostrando il virus. E tanta,tanta retorica.

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