Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

mercoledì 11 novembre 2009

Discorso agli Ateniesi.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle ( discorso agli Ateniesi- 461 a.C . )

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Esiste una sorta di traduttore elettronico di un testo nel suo esatto contrario? Attivatelo e leggerete: 'Noi in Italia facciamo cosi!!" eccetera eccetera..

Anonimo ha detto...

Una volta il comico Paolo Rossi voleva leggere il suddetto discorso in televisione, a Domenica In.
Inutile dire che il testo non è mai stato letto.
A tal proposito propongo una versione "rivista" che si adatta bene all'Italia contemporanea.

"Qui in Italia, noi facciamo così. Il nostro governo dovrebbe favorire i molti invece dei pochi, ma stì cazzi. Un cittadino italiano (meglio se basso e proprietario di tv) non trascura i pubblici affari, quando questi possono essere utili alle sue proprietà.
Ma in nessun caso si avvale delle pubbliche cariche per risolvere le sue questioni private, ci pensano Alfano e Ghedini.
Qui in Italia, noi facciamo così. Ci è sempre stato insegnato a cazziare i magistrati che ci condannano e a benedire quelli che ci assolvono; delle leggi non scritte dell'etica e della morale... ma che cazzo vuol dire morale?!
La nostra città è aperta ad ogni fottuto extracomunitario che vuole essere pestato a sangue e non cacciamo mai uno straniero, se non dopo averlo malmenato ed insultato per bene.
Qui in Italia, noi facciamo così".

Ecco, ora rende meglio l'idea. Dopotutto sono sobbalzato sulla sedia quando ho sentito il Caimano parlare di "questione morale".
Ed ha ragione... nel PD esiste un problema simile.
Ma per il PDL ci vorrebbe un esorcismo, altro che questione morale.
Non si tratta di teoria, ma di pratica.
Mi spiego meglio, usando un paragone che detesto, quello dello stato-azienda.
Tu sei il propietario di un'azienda; se trovi un amministratore delegato che ruba, allora tu lo cacci a calci nel sedere, o sbaglio?
Non dovrebbe essere così anche per un politico che ruba? E invece no. Tolleranza zero per i reati dei morti di fame, mentre per quelli dei colletti bianchi bisogna fare dei distinguo.
Non che voglia per forza in galera i politici che rubano, ma almeno fuori dal parlamento.
Anzi, vi diro di più.
Un politico che commette un'azione immorale, anche se non condannato, dovrebbe avere l'accortezza di farsi da parte.
Ma lo sappiamo bene.
Qui in Italia, noi facciamo così.

Pino Catalano ha detto...

Questa tua fantasiosa riproposizione è degna di lode, ma rimane una semplice declamazione utopica, in un mondo di corrotti e corrompibili, ma sognare non costa nulla! Complimenti per la fantasia!

Maria Antonia P ha detto...

ANCHE NOI IN ITALIA FACCIAMO COSì ...IN TUTTO E PER TUTTO UGUALE ESATTAMENTE AL CONTRARIO...

Alfonso B ha detto...

Bellissimo

Pammilo ha detto...

Casca a pennello con il ddl presentato oggi al senato sul processo breve.Quando andrà alla camera, il nostro sindaco Cristaldi, che farà,lo voterà, nonostante sia manifestamente contro gli immigrati? Se Lui vuol fare di Mazara la città della Tolleranza, dovrebbe votare contro.Siamo qui ad aspettare.

Anonimo ha detto...

Sono il primo anonimo e debbo fare i complimenti al secondo anonimo. Mi dispiace che il dr. Catalano mostri di aver già perso del tutto ogni speranza in un paese migliore.
Quanto al sindaco Cristaldi ecco, magari proprio quel giorno potrebbe starsene a Mazara occupandosi della sua città invece di anadare a fare il soldatino alla camera: del resto l'ha detto fini che il PDL non è una caserma!

luigi tumbarello ha detto...

Carissimi lettori, vi ringrazio per l'interesse dimostrato per il mio blog e ciò mi incoraggia a proseguire, anche se costa una fatica immane,credetemi.Pino Catalano ne sa qualcosa. Vorrei pregarvi,però, di evitare l'anonimato. Non stiamo per niente mandando lettere anonime, nè stiamo congiurando o offendendo qualcuno. E' un libero scambio di opinioni su temi che investono le singole sensibilità. Se proprio non volete firmare con il vostro nome, usate almeno il nome come nickname.Mi sembra più elegante.p.s. Se qualcuno ha qualche argomento da proporre, questo blog è disponibile a postarlo sempre nei limiti e nella linea che l'autore del blog ha intrapreso. S'intende senza anonimato o nickname. Comunque vi ringrazio per la vostra cortese attenzione.

Anonimo ha detto...

Sono il "secondo anonimo" e, non essendo di Mazara, non conosco il dr Catalano ma mi ricorda tanto l'omonimo di Arbore, quello, (ricordate?)che si accontentava di due pensioni invece di una.
Nome omen, a quanto pare.
Certo che quanto a coerenza il vs. sindaco è pari a quello mio: Sgarbi intendo.
Non capisco come mai rimanga così "supinamente" berlusconiano e così mediocramente affine al Gasparri, quello- non dimentichiamolo- dell'elisoccorso quando era in vacanza a Marettimo.
Stranamente questi ex luogotenenti finiani, che tanto devono politicamente al loro mentore, non trovano più la "vivacità" culturale di un tempo.
Se mai ne avessero avuta una...

Pino Catalano ha detto...

Non capisco cosa voglia dire il secondo anonimo (che continua a rimanere anonimo e salemitano) come fa a sapere che sono il dr Catalano quando è stato citato in questom blog solo il mio nome, Pino Catalano? E poi se non mi conosce che senso ha fare apprezzamenti su di me?
Mah!
Saluti