Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 31 dicembre 2012

Primarie:la strage dei Renziani.




Diciamolo con onestà,le primarie del PD sulla scelta dei candidati alle politiche,al di là della scarsa affluenza ai seggi, ma era prevedibile,porteranno una ventata di rinnovamento  nel nuovo parlamento anche in un partito tradizionalmente iconizzato su politici di lungo corso. Quel milione e passa di elettori che si sono recati ai seggi meritano rispetto e costituiscono comunque un segnale pressante di ricambio non solo generazionale,ma soprattutto di metodo.
 Ha vinto la linea di Bersani,quella della struttura granitica dell’apparato burocratizzato,controllore totale del partito sia a livello centrale sia periferico,che ha dettato le regole e le ha imposte ovviamente al fine di trarne vantaggio. Il proposito era quello di demolire l’opposizione interna,Renzi per capirci;l’obbiettivo è stato raggiunto,anche per l’incapacità o la scarsa volontà del sindaco di Firenze di ripetere una avventura che lo aveva segnato dopo la sua sconfitta contro Bersani. E strage dei Renziani è stata.
Ha vinto la strategia del segretario che era quella di rinnovare ma con molta gradualità e con persone a lui molto vicino.
L’avere permesso,però, alla Bindi o alla Finocchiaro,oltre la deroga delle tre legislature,di concorrere alle primarie in collegi blindati e di non appartenenza territoriale è stato un grosso errore non solo politico ma soprattutto di credibilità. Sarebbe stato più coerente includerle e salvaguardarle con l’inserimento nel listino insieme al centinaio di altri personalità che saranno nominate  dal segretario al parlamento.
Ha vinto il paradosso Bersani, ovvero, un segretario di partito contrario alle preferenze che se eletto premier,sarà sostenuto da un partito,il PD,i cui parlamentari saranno indicati,in maggioranza, attraverso le preferenze delle primarie.
 Queste primarie,se da un lato hanno spianato la strada,in maniera irreversibile,alla necessità che i partiti devono cambiare metodo e regole  di governance al loro interno,oltre che la legge elettorale,dall’altro lato hanno messo in evidenza tutte le contraddizione di natura politica e programmatica del PD  e del SEL, a partire dalla scomoda alleanza con Vendola, dal rapporto con Monti e la sua agenda,sostenuta fino a qualche giorno fa con lealtà e convinzione da Bersani, nonostante l’avversione di Fassina e dello stesso Vendola,alternativi al professore.
Sarà difficile per il segretario PD, far capire agli elettori la sua repentina inversione di marcia  nei confronti dell’agenda Monti dopo averla sostenuta incondizionatamente e averne votato tutti i provvedimenti.
Sarà altrettanto difficile conciliare tutto ciò con quell’alleanza che vede Bersani “Totus Tuus” abbracciato a Vendola.
Sarà problematico,soprattutto,recuperare quell’elettorato moderato di centrosinistra che aveva visto in Renzi una alternativa contro una radicalizzazione su posizioni estremiste rappresentate dal SEL, da parte della CGIL della Camusso e da Fassina;scelta questa che ha indotto uomini di indiscusso valore come il giuslavorista Ichino,vicino a Renzi, ad essere costretti a lasciare il PD.
Ma saranno gli elettori a decidere.
Per quanto riguarda SEL,il risultato delle primarie dimostra ancora una volta l’inconsistenza in termini di richiamo,e quindi di voti,che è poi quel che conta in politica, del partito di Vendola.
Il governatore della Puglia è l’unico che ci guadagna da questa alleanza,avendo ottenuto una blindatura,alla faccia delle primarie, di ben 23 parlamentari ,alcuni dei quali in Sicilia dove SEL appare ininfluente e incapace di superare ,da solo,lo sbarramento previsto dal porcellum. Un ingresso di SEL al Governo non può che rendere aspro il percorso dello stesso governo e del suo premier con l’anima filo montiana del PD.
E dalle nostre parti che è successo?
Vi è stata la riconferma,ma era scontato, dello strapotere del sen.Papania che dimostra di essere il vero padrone del PD. Nelle primarie ha fatto il bello e il cattivo tempo risultando il primo degli eletti e portandosi dietro,largamente distanziata, una sua sponsorizzata, la trapanese Pamela Orrù.
La provincia di Trapani ottiene così due postazioni di prestigio:una alla Camera e l'altro al Senato. Saranno dunque un uomo ed una donna a rappresentare il Pd trapanese nel Parlamento nazionale.
A Mazara ancora una volta Vito Torrente contribuisce con una messe di voti al successo del sen. Papania,dimostrandosi il vero dominus del PD mazarese,al quale,per ricompensa, è già pronta l’imprimatur per la sua candidatura a sindaco della città. Il resto solo comparse,personaggi in cerca d’autore.
A Marsala viene raggelata la velleità della renziana Anna Maria Angileri,ormai fuori dal partito e della oddiana Giuliana Zerilli. Stessa sorte a Trapani per Dario Safina
Come dire che la coppia Papania Gucciardi,in battaglia non fa prigionieri ma lascia solo vittime.
Così è se vi pare.

Nessun commento: