Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

lunedì 21 dicembre 2009

Moncada: Si può fare impresa in Sicilia"





E’ la Sicilia di Sciascia , “La Sicilia come metafora”, con tutte le sue contraddizioni difficili da comprendere e da interpretare. Non per niente siamo a pochi chilometri dal paese d’origine dello scrittore siciliano. Le contraddizioni si fanno più evidenti nel momento in cui in Sicilia la qualità della vita non migliora, anzi nel 2009 peggiora nella maggior parte delle province rispetto all'anno scorso. Peggio di tutte fa Agrigento che è all'ultimo posto tra le 107 province monitorate in Italia dalla consueta indagine del Sole24Ore, che mette a confronto il benessere nelle diverse aree italiane. Negli ultimi dieci posti della classifica si trovano cinque province siciliane. La maglia nera Agrigento perde sei posizioni rispetto al 2008; Caltanissetta è terzultima (era 103), Catania e 104/a, Palermo al 102/o posto (101), Trapani è 99/a (100). Siracusa è al 96/o posto (era al 95/o). La provincia che perde più posizioni rispetto a un anno fa è Messina che chiude al 93/o posto, era 82/a. Ragusa, che era 91/a, sale al 86/o posto, mentre Enna si piazza 83/a perdendo quattro posizioni. Ed è proprio in questo lembo di terra al confine tra le province di Agrigento e Caltanissetta che la metafora si trasforma in favola e la favola in realtà. A Campofranco viene inaugurato lo stabilimento più tecnologico d’Italia per la produzione di pannelli fotovoltaici. Il più grande e il primo in Italia per innovazione tecnologica, il terzo in Europa, il sesto nel mondo. L’imprenditore Salvatore Moncada vince la sua scommessa, anche nell’utilizzazione delle maestranze altamente tecnologiche, tutte siciliane, insieme a decine di giovani ingegneri, fortemente motivati nel mettere al servizio dell’impresa le loro fresche intelligenze, la loro capacità innovativa e l’ entusiasmo di chi è consapevole di partecipare attivamente ad una svolta epocale scegliendo di restare in Sicilia e di non emigrare. Un assonanza di motivazioni lega l’imprenditore siciliano e i suoi collaboratori, e la si vede dall’entusiasmo e dall’orgoglio di essere riusciti, in poco tempo, a portare a termine, insieme, in perfetta sinergia, una impresa proibitiva. Presenti le istituzioni al massimo livello, Il presidente della Camera dei deputati On. Gianfranco Fini, il guardasigilli On . Angelino Alfano in rappresentanza del governo, il viceministro per il commercio On. Adolfo Urso, vari assessori regionali, il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello. Moncada appare emozionato ma orgoglioso della sua creatura, non invoca contributi pubblici ma servizi e celerità burocratiche. Attacca una burocrazia lenta che non contribuisce allo sviluppo della Sicilia e disincentiva gli investimenti privati. E’ soprattutto orgoglioso del suo team formato da giovani altamente specializzati e dei suoi operai che considera membri di una grande famiglia. Lo stabilimento appare “ una perla” in un luogo che è simbolo delle contraddizioni e delle complessità di questa terra dove il connubio politica - mafia ha creato disastri e rallentato lo sviluppo.” Un'impresa riesce a competere quando la delinquenza non riesce a influenzare lo sviluppo. Allora è un dovere per davvero essere intransigenti nei confronti della criminalità, non solo colpendola ma anche evitando che crei collusioni o contiguità con la classe politica". Inizia così parlando della criminalità, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ” Bisogna investire sui giovani e sul sapere, mettere in condizione le nuove generazioni di inserirsi nella competizione. Il modello che propone Moncada va in questa direzione, verso una collaborazione tra capitale e lavoro e una continua formazione professionale. Aspetti che possono aiutare l'Italia a vincere la sfida della competizione e della globalizzazione”. Infine un rimprovero alla politica locale da parte di Fini, affinchè questa realtà di cui tutto il Paese deve essere orgoglioso, sia aiutata attraverso la realizzazione di infrastrutture di collegamento. “E’ una contraddizione una presenza ad alta tecnologia in un territorio con un assetto viario risalente agli anni ’40. L’impresa si aspetta dalla politica che faccia bene il suo dovere”. Poi, rivolgendosi alla folla degli intervenuti, conclude: “Aiutate voi la politica a migliorare non votando mai chi vi dice: "dammi il voto e poi vedremo quello che posso fare: questo è un atteggiamento paramafioso". “La Sicilia come tutto il meridione è stata caratterizzata da cattedrali del deserto, esempio di un modo di fare politica e impresa non accettabile e che ha fatto sì che le imprese oneste andassero via dalla Sicilia e vi rimanessero soltanto quelle cattive, in mano ai mafiosi, frutto della loro connivenza con la politica- grida il ministro della Giustizia Alfano- è arrivato il momento che adesso devono essere le cattive imprese ad abbandonare l’isola assieme ai mafiosi” .





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