Cartesio


Non c'è nulla interamente in nostro potere,se non i nostri pensieri.
Cartesio

giovedì 20 novembre 2008

La gerontocrazia

Un Paese di Vegliardi

Siamo un paese governato da badanti; l’unico Paese al mondo dove se non sei ultrasettantenne non conti niente.

La scelta di Sergio Zavoli alla presidenza di Vigilanza della Rai, conferma la gerontopatìa che affligge l’Italia da oltre mezzo secolo. Siamo un paese governato da badanti gerovitalizzati e viagrizzati. Siamo l’unico Paese al mondo dove se non sei ultrasettantenne non conti niente. Vale per la politica, per l’economia, per il giornalismo, per la magistratura, per l’università, per la televisione. Altro che Paese della “Meglio Gioventù “. I vegliardi occupano qualsiasi spazio occupabile; essi non sono soggetti all’ invecchiamento, non sono biodegradabili; semmai, si espandono all’infinito, sono aeriformi, tendono ad occupare lo spazio e il tempo, lasciando agli altri, in mancanza di spazio, solo il tempo: il tempo dell’attesa, lungo, interminabile, lento. Occupano saldamente i posti di comando dei centri dove si esercita il potere: nella finanza e nelle grandi banche; nelle imprese, nelle istituzioni: Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei ministri, Corte Costituzionale, Corte dei Conti, Consiglio Superiore della Magistratura, nelle Università, nei laboratori di ricerca. Nella politica continuano ad esercitare, in maniera rilevante e determinante la loro influenza. Sono ossequiati e rispettati per la loro potenza. Sono soprattutto temuti. Nei paesi normali, i quaranta-cinquantenni sono i responsabili della politica di una nazione: Obama, Sarkozy, Gonzales, Merkel, Brown, Medvedev, Zapatero, Erdoğan Gyurcsány, Reinfeldt , Cowen, Karamanlís, Tymošenko, Fico. Superata tale soglia si è inevitabilmente out: vedi Clinton, Blair, tranne qualche eccezione. Da noi, la nazionale degli ultra settantenni continua instancabilmente a giocare la sua partita, giorno dopo giorno, sempre con gli stessi schemi, osservata da panchinari incapaci di scalzarli dai loro ruoli. I Fini, i Rutelli, i Veltroni, i D’Alema, i Franceschini, i Letta, i Casini, sono cinquantenni o giù di lì, depressi, rassegnati al ruolo di attori non protagonisti, a causa della loro scarsa attitudine a combattere, a soffrire, o forse per le loro inadeguate capacità. Da una parte i purosangue che non vogliono saperne di abbandonare la pista, dall’altra i brocchi con il fiato corto. E dietro, il vuoto assoluto, ” i bamboccioni”. E’ un Paese, l’Italia, incapace di un progetto politico,economico, sociale, a lungo termine, che veda nei giovani la speranza del presente proiettata nel futuro. E’ l’Italia dell’immobilismo e dell’annichilimento giovanile. E’ l’Italia del "quam minimum credula postero", del “ Carpe diem.”

L.T

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